Se l’intento del contenitore pomeridiano Cristina Parodi Live è quello di raccontare storie e appprofondimenti nella puntata di ieri il bersaglio è stato centrato e tra gli argomenti trattati uno in particolare ha occupato un largo spazio informativo, un esempio di coraggio e di lotta alla mafia quella del piccolo prete chiamato “3P”. Ucciso il 15 settembre 1993 a pochi metri dalla sua parrocchia di San Gaetano nel giorno del suo 56esimo compleanno.
Un sfida che Cosa nostra decise di chiudere col sangue.
Il prete-coraggio che osò contrastare Cosa nostra fu giustiziato.
Quattro killer contro un uomo solo. Immobilizzato e colpito regalò un sorriso e una frase: ““Me lo aspettavo”. Arrestati e condannati all’ergastolo i mandanti e gli esecutori dell’omicidio.
Il parroco che ha pagato con la vita il suo impegno quotidiano nella lotta alla mafia non è morto invano. Quel gesto ha innescato l’effetto contrario, con i cittadini del quartiere, e dell’intera Palermo, che ancora oggi conservano nel cuore la figura di don Puglisi, mantenendo vivi l’insegnamento e i valori. Mentre il fratello lo piange ancora : ” Lo faranno beato, ma lui non c’è più”…

Ficarra e Picone vengono dal Brancaccio e hanno affidato al loro umorismo il ricordo per Don Pino ” Ci siamo resi conto del suo successo, al suo funerale, mmiiii quanta gente. Lui ha amato tutti, zio Pino, anche chi gli ha sparato, sorride, lo ama e risponde “me lo aspettavo”. Lui preme il grilletto, cade a terra e tutti accorrono perchè disturbava la mafia, predicando l’amore, era cocciuto, noi lo conoscevamo, sappiamo che non è morte ma, uccisione e ora siamo contagiati ad amare”…Parole profonde, bellissime che lasciano la scia della forza di chi crede nella legalità. ” Dicono bene Salvo e Valentino, Palermo ha riscoperto Don Pino al suo funerale – Corrado Fortuna – le vittime della mafia conoscono il loro destino e lo vivono con coraggio ma, prima è venuto l’isolamento come con Falcone, poi la morte. Ogni anno le persone che ricordano entrambe le morti sono sempre di più, Palermo è cambiata, c’è ancora molto fa da fare ma è un segnale”.
