Magazine Diario personale
Questo cartello non segna solo la fine di una delle tante tappe che abbiamo affrontato, ma rappresenta un passaggio importante del nostro viaggio.Dalla prevalentemente cattolica Repubblica d'Irlanda qui abbiamo varcato il confine della prevalentemente protestante Irlanda del Nord, che appartiene al Regno Unito.Chiaramente, le differenze che saltano subito all'occhio non sono di natura religiosa, ma molto piu' terrene.Ad esempio i cartelli stradali, che fino a questo punto hanno indicato i limiti di velocita' in km/h, ora invece si esprimono in miglia all'ora.E per pagare pasti, pernottamenti e acquisti vari siamo passati dall'euro alla sterlina.Londonderry è la prima zona "calda", e non certamente in senso climatico, in cui abbiamo messo piede.E' infatti la citta' ricordata nella canzone degli U2 "Bloody Sunday", che racconta una lontana domenica del 1972, quando alcuni paracadutisti dell'esercito britannico aprirono il fuoco su un gruppo di manifestanti che protestavano disarmati contro l'occupazione inglese, uccidendone 14 e ferendone altri, tra cui un giornalista italiano, il tutto in diretta tv.Da quel momento la lotta armata e fiumi di sangue presero il posto delle manifestazioni pacifiche.A 40 anni di distanza gli strascichi della guerra civile tra i nazionalisti cattolici e gli unionisti protestanti sono ancora ben visibili, basta osservare i cartelli pubblicitari e quelli stradali su cui trionfano gli atti di vandalismo...i cattolici cancellano la parola London dal nome della citta', gli unionisti ce la aggiungono, a dimostrazione di quanto le incomprensioni e i relativi disagi non si siano spenti insieme alla guerra. La citta' è fortificata da antiche mura sulle quali è possibile passeggiare avendo un'ottima visuale sulle vie sottostanti.La cattedrale anglicana di san Colombo
e quella cattolica di sant'Eugenio che era in fase di restauro e non abbiamo potuto visitare.
E questo era il nostro hotel, un'altra villa appartenuta ad una famiglia nobile, e poi trasformata in albergo in tempi piu' moderni.
Ehm sì, ci siamo trattati bene :)
Lasciata Londonderry abbiamo imboccato la Causeway Coastal Route, una strada panoramica che porta dritta
al mare, scorrendogli parallela per decine di km.
Dopo quelle di Moher e di Aran sono ricomparse nuove scogliere ma anche le rovine di molti castelli sorti a strapiombo sul mare, come Dunluce Castle.
Ma la vera perla di questo angolino d'Irlanda è Giant's Causeway, una riserva naturale dichiarata dall'Unesco sito patrimonio dell'umanita'.
Tradotto alla lettera, è "il selciato del gigante", in base a una delle mille leggende che si narrano intorno alla formazione di questo affioramento roccioso naturale, e secondo la quale un gigante provo' a costruire un sentiero sul mare che collegasse l'Irlanda alla Scozia, che si trova proprio di fronte a questo tratto di costa irlandese.
Evidentemente qualcosa ando' storto e l'opera rimase incompiuta ;)
La scienza invece dice che si tratta di circa 40.000 colonne di origine vulcanica, formatesi 60.000.000 di anni fa'.
E su queste colonne, con un po' di malinconia, abbiamo dato l'addio definitivo al mare d'Irlanda.
Prima di iniziare la discesa verso sud, Luca ha voluto assolutamente fare una deviazione nella cittadina di Bushmills, per visitare quella che si vanta di essere la piu' antica distilleria di whisky esistente al mondo, con tanto di guida al seguito che ci illustrava le varie fasi della produzione di questo liquore.
Inutile dire che non ci ho capito una parola e di conseguenza mi sono fatta due palle ma vabbè...
Questo è il locale all'interno della distilleria in cui abbiamo pranzato.
Il proprietario ci ha perfino offerto un assaggino di whisky, da me cortesemente rifiutato, così mi sono beccata la seconda occhiataccia nel giro di una mezz'ora (la prima mi è stata lanciata perche' invece del menu del giorno mi sono scofanata tè e biscotti).
Con la pancia piena abbiamo ripreso il viaggio
giungendo alle porte di un'altra zona calda d'Irlanda.
Belfast infatti è stata teatro di una delle piu' lunghe e sanguinose guerre civili d'Europa, con le due fazioni rivali (cattolici e protestanti) ancora oggi esistenti.L'ultimo attentato perpetrato dai terroristi dell'IRA risale al 2009.Motivo per cui Belfast, nonostante i recenti accordi di pace, è una delle citta' meno visitate d'Europa.Sara' anche per questo, oltre che per il cielo grigio, che la citta' ci ha accolti con uno sguardo triste e cupo.L'hotel ha un po' deluso le nostre aspettative, ripagandoci pero' con un'ottima vista sul centro citta'.Siamo rimasti a Belfast un giorno e mezzo.Il primo, quello del nostro arrivo, pioveva a dirotto.Abbiamo deciso comunque di visitare il quartiere cattolico a bordo di un autobus a due piani, in quanto ci hanno vivamente sconsigliato di addentrarci tra le sue vie a piedi, non tanto per il maltempo quanto per evitare eventuali perquisizioni da parte della polizia...il quartiere cattolico è quello dove regnano ancora molte tensioni.Per un grande muro europeo che è crollato, purtroppo altri muri dell'odio continuano a rimanere in piedi, come questo che divide il quartiere cattolico di Belfast dal resto della citta'.Superato quel muro abbiamo scoperto un'altra faccia di Belfast, case popolari e murales ovunque...meno elegante del centro da cui eravamo provenienti, ma molto caratteristica.Questo è uno dei murales dedicati a Bobby Sands, eroe nazionalista che milito' nell'IRA quando questa era ancora solo un movimento rivoluzionario, prima che ne prendessero vita alcune frange terroristiche.Nonostante sia in atto da tempo un processo di pace, esiste ancora chi crede nella lotta armata per ottenere il ritiro dell'Inghilterra dal territorio irlandese.Il giorno dopo è tornato a splendere il sole.Le foto scattate sono parecchie, posto quelle dei luoghi principali che abbiamo visitato a Belfast.Donegall Square, una delle vie principali.City Hall, la sede del Municipio.Cattedrale anglicana di sant'Anna.Il palazzo che ospita il Parlamento dell'Irlanda del Nord.Cattedrale cattolica di St. Peter.Grand Opera House, sede teatrale e concertistica.
The Crown Bar, il piu' antico pub di Belfast.Nemmeno in questo luogo di relax mancano i segni della discordia.La moglie del fondatore, protestante e fortemente attaccata alla Corona britannica, volle che il pub fosse battezzato The Crown.Il marito, di fede cattolica e oppositore del dominio britannico, cedette controvoglia alla richiesta della sua signora.Ma invece di un'insegna elaboro' un mosaico sul pavimento raffigurante la Corona, per poter avere ogni giorno la soddisfazione di vedere migliaia di piedi calpestarla (a proposito di ironia irlandese!).Anche qui la birra è superlativa, mentre il cibo purtroppo non è alla sua altezza, se ripenso a un piatto tipico costituito da purè, cipolle, salsiccia e una salsa dall'aspetto e dal profumo vomitevole mi assale di nuovo la nausea!
E per salutare Belfast, nulla di meglio di questo omaggio: Nuala with the hula, il piu' importante simbolo di speranza e di pace della citta', è una scultura raffigurante una ragazza con l'hula hoop in mano.Speriamo che porti bene, e che scene come quelle del video qui sotto, immagini di repertorio che riprendono il massacro di Derry di cui ho parlato all'inizio del post, non si debbano ripetere mai piu'.
A presto con la parte finale del viaggio!
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