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L'antefatto. Il dottor Lomeo, infatti, quel 17 maggio decise di non apporre la propria firma sul referto medico con il quale i suoi colleghi diagnosticavano al presidente della Regione un “aneurisma aortico”, in quanto non esisteva alcun esame che giustificasse una diagnosi simile. Oltre a questo, decise anche di denunciare l'accaduto alla Procura.
In quei giorni Raffaele Lombardo era un personaggio “a rischio”, in quanto aveva appena ricevuto la notizia di essere stato indagato per concorso esterno in associazione mafiosa (reato che poi sappiamo essere stato derubricato a semplice “voto di scambio”), e dunque occorreva – dato l'evidente pericolo di arresto – un modo per evitare il carcere.
Da quel momento i rapporti tra il primario e Francesco Poli, manager dell'azienda messo lì proprio da Lombardo, divennero sempre più tesi, fino ad arrivare alla conclusione del rapporto di lavoro per «comportamento contrario alla correttezza ed alla lealtà», come scritto nelle nove pagine con cui si dà il benservito al dottor Lomeo, il quale ha sottolineato come «il presidente Lombardo, al suo insediamento, ha deciso di sostituire ogni primario o dirigente che non facesse capo a lui con i suoi fedeli. La mia sostituzione da parte del fedele Poli doveva avvenire molto prima ma è stata ritardata dalla vicenda che conosciamo».
A riprova di quanto sostiene, ci sarebbe un passaggio in quella stessa lettera di licenziamento che lascia pochi dubbi sulle reali motivazioni del licenziamento. Il direttore generale, infatti, cita come causa «una particolare vicenda, arbitrariamente resa nota all'opinione pubblica, che ha esposto l'azienda a terzi ad un grave nocumento all'immagine e ha provocato negli organi regionali e giudiziari la legittima preoccupazione e necessità di far luce sui fatti denunciati».
Il motivo “ufficiale” del licenziamento – che in realtà in un paese normale dovrebbe portare a ben altri risultati – sarebbe stata la decisione del primario di chiudere alcune stanze di degenza nel suo reparto in quanto potenzialmente a rischio infezione batterica, che dunque venivano rese inagibili in attesa di disinfestazione.
Rimane poi una interessante domanda: come può un individuo essere colpito da «aneurisma aortico di sede non specificata senza menzione di rottura» senza rendersene conto, dato che lo stesso Raffaele Lombardo dichiarò al freepress d'inchiesta “Sud” - che per aver pubblicato il referto si vide ritardare l'uscita nelle edicole - di essere in buona salute?