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Rifiuti campani in Puglia, qual è la verità?

Creato il 04 dicembre 2010 da Lalternativa

Ripercorriamo le tappe che porteranno 50mila tonnellate di rifiuti campani in Puglia (almeno per ora). E cerchiamo di capire dov’è il confine tra principio di solidarietà nazionale e accordo politico stretto senza consultare i cittadini.

Una firma sul Piano sanitario della Puglia, 500 milioni di euro per pagare il personale sanitario pugliese, e un ”indennizzo” di 1,4 milioni di euro per il ”fastidio” di ricevere l’immondizia campana. E’ questo, in sintesi, quello che si sono detti Vendola e Fitto qualche giorno fa a Roma, quando senza neppure chiedere il parere ai cittadini pugliesi, hanno deciso che la regione leader in Italia per il turismo (coì almeno ci raccontano) deve ricevere e smaltire, nelle proprie discariche (insufficienti per i rifiuti pugliesi) oltre 50mila tonnellate di rifiuti campani. Una piccola parte, insomma, dei rifiuti dai quali nè il governo, nè il presidente della Regione Campania (entrambi dell’ormai ‘ei fu’ Popolo delle libertà) sono riusciti a ripulire la Campania.

Eppure, l’assessore all’Ambiente della Regione Puglia, Lorenzo Nicastro, due giorni prima dell’accordo ‘salva-monnezza’ aveva dichiarato perentoriamente la contrarietà della Puglia a smaltire rifiuti che non fossero della Regione. ”Abbiamo già detto come la pensiamo alla Protezione civile, alla Regione Campania e pure al Governo”, tuonava l’ex magistrato che precisava: ”Il principio di solidarietà deve valere per tutte le regioni, non solo per quelle del Sud”. ”In Puglia – diceva – noi non accetteremo i rifiuti campani, sia perche’ le regioni del Nord non li vogliono e sia” perche’, ricordava invece Vendola, ”il governo ci deve ancora 5 milioni di euro per aver smaltito, nel 2008, altre 50mila tonnellate di monnezza campana qui in Puglia”.

Ma poi, tutto d’un tratto, quando Vendola è a Roma per supplicare l’ennesima volta la firma su un Piano di rientro sanitario che per 9 mesi il governo ha rimandato (vedi in fondo alla pagina), imponendo contemporaneamente alla Puglia pesanti condizioni anche a danno di migliaia di lavoratori precari, il governatore della Puglia rilascia alla stampa la seguente dichiarazione: ”Se Napoli piange la Puglia piange; e trovo odioso chi dice di no ai rifiuti campani”. E meno male che Nicastro assessore lo ha nominato lui. Ma andiamo avanti.

Poco dopo arrivano altre dichiarazioni di vittoria: questa volta sono Fitto e Vendola che annunciano: ”Il Piano di rientro della Puglia è stato firmato”. Quando si dice, ‘che coincidenza’.

E, come se questo non bastasse a ingarbugliare la situazione rifiuti, c’è un altro inquietante dettaglio che l’assessore Nicastro si lascia sfuggire parlando con i giornalisti a Bari. ”Sin dai primi di settembre – dice Nicastro – la Protezione civile aveva indetto una gara, procedura alla quale la Puglia era estranea, per la messa a dimora di 61mila tonnellate di rifiuti campani. Alla sola Regione Campania – sottolinea Nicastro – la Protezione civile comunicava che la gara era stata vinta dal consorzio Cite, che ha tre discariche, private e non pubbliche, prorpio in Puglia e proprio nella provincia di Taranto”. Guarda caso, aggiungiamo noi, poiché le coincidenze non finiscono mai, sono le stesse tre discariche (a Statte, Grottaglie e Fragagnano) dove ora saranno smaltiti i rifiuti campani.

Come mai? Niente di sospetto assicurano i vertici della Regione, perche’ queste tre discariche sono le uniche idonee (oltre una a Canosa che non verrà toccata) a smaltire i rifiuti speciali che arriveranno in Puglia. ”Speciali – spiega Nicastro – non vuol dire pericolosi, anzi, questi rifiuti sono qualitativamente migliori di quelli che abbiamo nei nostri sacchetti in Puglia”. La ‘specialità’, se ci passate il termine, deriverebbe solo dal loro trattamento a cura della società campana Stir: igienizzazione, tritatura e imballaggio.

Ci vogliamo fidare di Nicastro. Tuttavia restano alcune domande: non si sarebbe potuto chiedere ai cittadini, soprattutto a quelli che vivono vicino alle discariche, se fossero d’accordo con l’arrivo dei sacchetti migliori di quelli che hanno nelle loro case e che già la Puglia non sa dome smaltire? Poi, che fine hanno fatto quei cinque milioni di euro che il governo deve alla Puglia per l’aiuto dato alla Campania nel 2008? E l’indennizzo promesso questa volta (che si concede perché evdentemente si subirà un danno) siamo sicuri che arriverà? E se sì, come sarà usato? Inoltre, ci dobbiamo aspettare che sarà sufficiente un indennizzo più alto perché in Puglia arrivino le centrali nucleari?

Del resto, in Puglia ci sono uomini molto ambiziosi e gli indennizzi non arrivano solo sottoforma di denaro.

Approfondimento su Piano rientro: il Piano di rientro prevede, tra l’altro, il taglio di 2.200 posti letto, la chiusura di 19 ospedali, l’introduzione del ticket di un euro sulle ricette emesse oltre un certo numero, il blocco del turn over e delle assunzioni di personale precario che ora lavora nella sanità. Il governo lo ha imposto alla Puglia dopo che questa ha sforato il Patto di stabilità interno per 3 anni consecutivi)


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