Questi incontri presumibilmente avevano come oggetto subappalti in cambio del silenzio per la realizzazione di siti di smaltimento dei rifiuti. Tale situazione ricorda proprio il periodo dell’Unità d’Italia, quando Camillo Benso Conte di Cavour pensò bene, per ottenere uno Stato unitario, di creare un legame tra mafia, Stato e servizi segreti. Proprio per raggiungere l’obiettivo dell’Unità di Italia, Cavour fece in modo da promuovere la criminalità del Sud – inizialmente caratterizzata soltanto da “comune delinquenza” – per poterla utilizzare in suo favore in vista della creazione di uno Stato unitario sotto l’araldo della Real Casa dei Savoia.
In tal senso, infatti, il Conte di Cavour – grazie al suo uomo di fiducia Giuseppe La Farina agente segreto e personaggio facoltoso – organizzò la criminalità comune del Regno delle Due Sicilie per avere un sostegno dei moti unitari, corrompere chi di dovere e sostenere l’annessione al Piemonte dei Savoia.
Da quel preciso momento in poi, nel meridione d’Italia lo Stato e la criminalità organizzata hanno sempre dialogato, consentendo ad una di coprire le malefatte dell’altra e permettendo a quest’ultima di prosperare ed imporre il suo potere. In particolare, in questi ultimi 150 anni la criminalità organizzata ne ha fatta di strada, estendendo il suo raggio d’azione non solo nel Mezzogiorno, ma spingendosi oltre, in investimenti più redditizi, all’estero oppure nel Nord Italia, anche per la costruzione della Tav Torino – Lione.
I rapporti stretti tra Stato e criminalità organizzata trovano, dunque, ulteriore conferma anche dal traffico dei rifiuti in Campania che, secondo il boss dei Casalesi Schiavone, coinvolgevano anche la Loggia Massonica deviata P2, costituita anche da esponenti dei servizi segreti.
Quanto accade oggi tra Stato, servizi segreti e criminalità organizzata, quindi, non è che la “naturale” continuazione di quanto iniziato dal Conte Cavour nel Risorgimento.
Rifiuti in Campania e Mafia, tutta colpa di Cavour, 10.0 out of 10 based on 2 ratings