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Rifiuti, in Puglia “non c’è mafia ma è allarme discariche abusive”

Creato il 27 gennaio 2011 da Lalternativa

Proprio questa mattina la Commissione bicamerale di inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti, aveva lanciato da Bari ”l’allarme discariche” in Puglia. E a distanza di pochissime ore nel Salento ne sono state sequestrate 25, tutte abusive e con ogni genere di rifiuto.  

Le discariche sequestrate sono estese complessivamente su 6.000 metri quadrati. Si trovano nei comuni di Alezio, Aradeo, Copertino, Cutrofiano, Galatina, Galatone, Gallipoli, Nardò, Neviano, Sannicola, Seclì e Tuglie. Al loro interno sono stati stoccati rifiuti di ogni genere: lastre, onduline e tubi in eternit anche sgretolato, elettrodomestici, materassi, materiale di risulta edile e ferroso, plastiche varie, pneumatici, rifiuti solidi urbani, vetro. Tre proprietari di due terreni agricoli di Nardò sono stati denunciati. Le aree sequestrate sono state invece segnalate alle autorità comunali che dovranno provvedere alla rimozione e al ripristino dei luoghi.

Insomma Candido De Angelis, il vicepresidente della Commisione bicamerale che a Bari ha ascoltato per due giorni consecutivi alcuni sindaci, magistrati, associazioni ambientaliste e forze dell’ordine pugliesi, ci aveva visto bene. ”Oggi in Puglia – ha detto il vicepresidente – esiste una organizzazione criminale anche abbastanza aggressiva che però non agisce nel campo dei rifiuti, perche’ sembra che in questo settore ci sia una sistema che comunque va avanti. La criminalita’ – ha spiegato – interviene e si infiltra quando sopraggiungono le mergenze, quando c’e’ un problema di ordine pubblico, quando ci sono comunque situazioni che ormai precipitano. In Puglia – ha proseguito – questo non e ancora avvenuto pero’ c’e’ gia’ un allarme per quello che riguarda le discariche, c’e’ una differenziata che non parte e c’e’ un problema strutturale che e’ ancora fermo”.

Dallo steso presidente e’ arrivato un monito a cittadini e politici a impegnarsi di più nella raccolta differenziata: ”a cominciare dagli amministratori fino a tutti i cittadini, si dovra’ capire anche in Puglia che la differenziata non e’ una situazione che se la facciamo siamo bravi. Dev’essere un obbligo e dovremo, anche dal punto di vista strutturale, mettere in moto dei termovalorizzatori che ci consentiranno di chiudere il ciclo”. ”Su questo – ha spiegato – c’e’ stato da parte di alcuni una sensibilizzazione maggiore e una comprensione che questa e’ la strada che si dovra’ percorrere. Qualcun’altro non lo avverte in maniera seria e scarica tutto sulla Regione”. ”Su questo noi dovremo sentire il presidente Vendola, mercoledì a Roma, per capire se c’e’ un piano strategico e pure quali sono i tempi di questo piano strategico che al momento non sembra esserci. E su questo c’e', onestamente, molta preoccupazione da parte di tutti noi”.

Intanto, secondo i dati diffusi sulla raccolta differenziata ”esiste ancora una Italia a due velocita’, con il Nord che supera il 50% e che e’ fornito da numerosi impianti di termovalorizzazione che chiudono quasi il ciclo dei rifiuti per una tranquillita’ anche futura. Al Centro siamo intorno al 20% con una carenza strutturale. E al Sud la media e’ del 10% con deficit strutturali che sono drammatici”. Con questi numeri, sarà complicato rispettare la normativa europea che impone all’Italia, entro quest’anno, di arrivare al 60% di differenziata; e fra due o tre anni di chiudere addorottura le discariche.

Secondo invece Gennaro Coronella, altro senatore membro della Commissione bicamerale di inchiesta, ”qui in Puglia c’e’ una ampia zona di inefficienze: la raccolta differenziata e’ a livelli bassissimi e in alcune province e’ inesistente. L’impiantistica e’ all’anno zero. Ci sono difficolta’ per quanto riguarda gli ambiti territoriali e anche i Piani d’ambito stentano a venire fuori”.
”Per questo – ha aggiunto – l’invito che rivolgiamo alla classe politica e ai rappresentanti della cosa pubblica, e’ di attivare ogni meccanismo perche’ di questo passo io penso che la situazione puo’ trasformarsi in uan situazione di criticita”’. ”Completeremo il quadro con l’audizione del presidente Vendola, ma sostanzialmente le patologie che vengono fuori sono di una inefficienza manifesta sia sulla raccolta differenziata ma anche su una programamzione che possa darci una prospettiva”. ”Ciascuno – ha rilevato – dovra’ assumersi la propria responsabilita’. Noi, che siamo una commissione bicamerale di inchiesta sugli illeciti, abbiamo anche il compito di indicare al Parlamento il percorso legislativo per uscire da questa fase”.

Per il senatore Gianpiero De Toni, in Puglia ”la criminalita’ organizzata esiste e il rischio vero che puo’ esserci e’ quello che possono ricompattarsi o compattarsi con le altre organizzazioni limitrofe, anche non necessariamente italiane” perche’ ”Bari confina con l’Oriente, ha un colllegamento con altre realta’ capaci di essere spietate sotto certi profili”.

Tuttavia, il vicepresidente della Commissione di inchiesta, Enzo De Luca, ha spiegato che ”in Puglia non ci sono strutture piramidali organizzate coma la camorra in Campania, o come la n’drangheta o come la mafia. Bisogna però tenere alta la guardia, anche per la presenza di grandi porti nel territorio, e incentivare la differenziata, creare un grande rapporto fra i vari livelli istitutzionali – dalle Regioni, alle Province e ai Comuni – e creare un rapporto sul tema dei servizi con l’imprenditoria e quindi con la Confindustria”. ”E’ inconcepibile – ha rilevato – che i termovalorizzatori, quelli programamti e quelli presenti sul territorio, fanno tutti riferimento a privati e quindi all’imprenditoria privata. L’equilibrio rispetto a questa condizione – ha concluso- serve a prevenire l’aggressione di una malavita che ovviamente sta sempre alle porte”.


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