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Nell’arco di quello che, tra non molto, potrò definire un anno, fra le persone che, ingenuamente, definivo vecchi amici, nessuno mi ha teso una mano, anzi, sono letteralmente scomparsi, come fossi portatore di qualche terribile malattia certamente più contagiosa della lebbra.
In quasi dodici mesi, non una telefonata, una mail, un sms. Un: “Ciao, allora, come va il lavoro? Sei riuscito a trovare qualcosa?”. Mi vergogno nel citare un proverbio che sembrava così ovvio e banale, ma è proprio vero che gli amici si vedono nel momento del bisogno, perché io non ne ho visto nemmeno l’ombra. Di cosa dovrebbero avere paura? Che possa chiedere loro dei soldi? Ma se non ho mai chiesto un centesimo a nessuno in vita mia!
Ma in fondo, chi sarei io per pontificare di stronzi e meno stronzi? In effetti nessuno, ma se è vero che ognuno di noi è un’isola, oggi, per quanto mi riguarda, il mondo è costituito da me, la mia famiglia e pochissimi altri, forse nessuno.
Un’altra cosa che mi domando è se questo blog, un giorno mi scoppierà fra le mani. Non credo me ne importerebbe un gran ché. Forse un piccolo errore è stato pensare che, nella mia tana al di fuori della grettezza del mondo, ciò che scrivo rimanga fra me e pochi intimi. Non credo sia così. Per quanti sforzi abbia fatto per diffondere il mio pensiero, probabilmente gli unici che se ne sono accorti sono stati solo i diretti interessati. Forse solo i cosiddetti amici che ho spietatamente preso per il culo.
E forse nemmeno loro. Mi viene in mente che questa non è altro che l’ennesima scusa per evitare la nuda realtà. Non esistono amici, soprattutto in situazioni come la mia.
E allora ben venga questa catastrofe: una di quelle svolte che cambiano una persona, una delle tante pietre angolari della nostra vita. Questa volta però non ero così sicuro di voler cambiare ancora, di rimanere segnato dalla rabbia, dal disinteresse altrui, dal disincanto verso rapporti che credevo più profondi e che invece si sono rivelati gretti ed egoisti.
Ma forse è proprio questo il lato positivo del cambiamento: eliminare la schiuma dalla birra, gli orpelli inutili, il superfluo indispensabile. E questa volta credo di aver imparato la lezione.
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