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Riflessioni sulla Chiesa

Creato il 17 dicembre 2012 da Tabulerase

Riflessioni sulla ChiesaCon la recente pubblicazione del volume L’infanzia di Gesù Joseph Ratzinger ha aggiunto l’ultimo tassello di un mosaico da cui emerge l’immagine diabolica di una realtà mistificata oscurantista e reazionaria, le cui sfumature argomentative e i toni apologetici rievocano la “leggenda nera” di Pio XII. Il riferimento va al subdolo filonazismo della Chiesa romana durante il secondo conflitto mondiale alimentato dalla tradizionale dottrina antisemita e anticomunista attorno al quale esiste ancora un acceso dibattito tra storici, filosofi, intellettuali ed esponenti delle diverse religioni.

 Nonostante la copiosa produzione editoriale, più o meno scientifica, e in attesa della definitiva ricostruzione storiografica del ruolo della Chiesa rispetto alle persecuzioni antiebraiche e alla Shoah, va rilevato un punto fermo: il ragionevole dubbio che la Chiesa cattolica abbia effettivamente mantenuto una posizione ambigua che adattava plasticamente la politica vaticana alla situazione politica del tempo. Un dubbio sul quale Papa Wojtyła ha fatto calare un sipario che trasuda di opportunismo politico per mettere fine all’inarrestabile declino dell’immagine della Chiesa nella percezione collettiva. Il 12 marzo del 2000 Giovanni Paolo II, infatti, celebra una solenne cerimonia in San Pietro con la quale invoca il perdono per le sofferenze inflitte agli ebrei, dicendosi profondamente rattristato per le sofferenze causate dall’antisemitismo. Qualche settimana dopo a Gerusalemme riprende il discorso commemorativo con una preghiera scritta su un foglio che simbolicamente affida alle pietre del Muro del Pianto.

 Tuttavia, al di là del dibattito in corso non possiamo non rilevare alcune dichiarazioni pubbliche del Vaticano che si succedono ormai da decenni e la loro portata pericolosamente deflagrante rispetto al drammatico negazionismo ed al revisionismo storico che serpeggia in Europa. Nonché l’uso politico di esse da parte di inquietanti populismi violenti e tragici rigurgiti neonazisti.

Pensiamo alla propaganda antimodernista, più volte segnalata da storici come Angelo Del Boca o Lucia Ceci, intellettuali come Eugenio Scalfari, teologi come Vito Mancuso e sociologi come Ulrich Beck, ostinatamente ancorata ad una concezione della conoscenza che tende a sovrapporre la narrazione biblica con la realtà storica, cancellando anni di studio e sforzi titanici di ricostruzione storiografica ed analisi critica unanimemente accettate dalle comunità accademiche di tutto il mondo. Ma pensiamo anche alle posizioni antiscientifiche che paiono essere rimaste immutabili rispetto al Medioevo. Ne è un esempio lo scontro tra il Vaticano e il Lancet, una delle più prestigiose riviste scientifiche al mondo, sul tema della lotta all’AIDS e sull’uso del preservativo. Rispetto alle dichiarazioni del pontefice, secondo cui “… la lotta contro la malattia è un problema che non può essere superato con la distribuzione dei preservativi. I condom, al contrario, possono peggiorare la situazione”, Lancet ha replicato che il pontefice “… ha pubblicamente distorto le prove scientifiche per promuovere la dottrina cattolica sul tema … Non è chiaro se l’errore del Papa sia dovuto a ignoranza o se sia un deliberato tentativo di manipolare la scienza per appoggiare l’ideologia cattolica”.

 Ulteriore testimonianza della posizione oscurantista e reazionaria della Chiesa è rappresentata dalla rimozione dalla discussione dei temi eticamente sensibili, ritenuti non negoziabili in quanto fondati sui principi indiscutibili della “sacralità e indisponibilità del bene vita” e della “famiglia come società naturale”, che assume i toni della crociata ideologica che mortifica e viola ogni giorno la dignità e i diritti fondamentali delle persone. Il riferimento va a temi come quello delle decisioni di fine vita e dell’eutanasia, del divorzio e dell’aborto, del riconoscimento dei diritti alle famiglie di fatto e della possibilità di adozione da parte dei single, della procreazione assistita e della diagnosi preimpianto, rispetto ai quali la Chiesa assume una posizione di netta condanna, imponendo  alla classe politica del nostro Paese un’agenda fatta di divieti e proscrizioni.

La recente benedizione del Papa della delegazione ugandese in visita a Roma, guidata dal portavoce della Parlamento dell’Uganda, Rebecca Kadaga, promotrice della pena di morte per gli omosessuali come “regalo di Natale” al suo Paese, ne è una angosciante dimostrazione. Circostanza questa resa ancora più drammatica dalle dichiarazioni rese sempre dal pontefice in occasione della Giornata della pace 2012 secondo cui ogni tentativo di equiparare i matrimoni tra uomo e donna a “… forme radicalmente diverse di unione …” rappresenta “… un’offesa contro la verità della persona umana”. Tali radicalismi rivelano una volontà precisa che, certificando il fallimento definitivo del Concilio Vaticano II e la sua proposta progressista di dialogo con la modernità, rivendica con arrogante spregiudicatezza il potere di un pensiero autocratico e dispotico sensibile ai metodi ancora vividi dell’Inquisizione che per oltre sei secoli ha seminato morte, sofferenza e terrore rivendicando l’indiscutibilità della verità cristiana. Con la stessa spudoratezza il Vaticano ha coperto lo scandalo della pedofilia delle curie americane, irlandesi ed italiane perpetuando il ripetersi di abomini indicibili e odiosi su bambini segnati a vita. Per non parlare dell’accoglienza riservata a Lukashenko, dittatore della Bielorussia, nonostante le condanne di Bruxelles per la continua violazione dei diritti umani.

 Insomma, una vera e propria contraddizione in termini, un “ossimoro” direbbero linguisti e semiologi, che contrappone “amore universale” a “odio e razzismo”, “accoglienza e carità” a “violenza e omicidio”, “comprensione e compassione” a “condanna e diffidenza”. Una tragica “aporia congenita”, per dirla con Zygmunt Bauman, che disvela un sostanziale discrasia tra “idea e azione”, recuperando un tema assai caro a Karl Marx, che si declina in una decadenza inarrestabile della credibilità e del ruolo della Chiesa nella nostra società, e in quella italiana in particolare, ma con il rischio molto concreto di plasmare le coscienze più fragili ai disvalori della intolleranza e della diffidenza.


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