Siamo alla vigilia di un importante consiglio comunale: quello di domani 9 febbraio dedicato interamente ai fatti accaduti a Cremona domenica 18 e sabato 24 gennaio. A leggere i documenti allegati alla convocazione appare evidente come l'attenzione sia in realtà tutta concentrata sulla manifestazione antifascista del 24 gennaio a cui hanno partecipato alcune migliaia di persone, di cui tante cremonesi, purtroppo interrotta e finita come ben sappiamo.
L'unico passaggio e impegno concreto che viene richiesto al Sindaco contro l'insorgenza delle nuove e pericolosissime destre si concentra sulla ricostituzione del Comitato per la Difesa e lo Sviluppo della Democrazia, svuotato irresponsabilmente dalle passate amministrazioni locali. La proposta è certamente condivisibile, ma a nostro avviso qualche impegno a portata di mano e a breve termine lo si dovrebbe chiedere con chiarezza. Perché non impegnare da subito l'Amministrazione a vietare nei 5 anni di mandato l'utilizzo di ogni spazio pubblico comunale (plateatico per banchetti e presidi, piazze, cimitero e sale) alle forze politiche e ai soggetti dichiaratamente neofascisti la cui organizzazione è vietata dalla Costituzione Italiana e da precise leggi dello Stato? Perché non impegnare il Sindaco a far valere questa scelta presso le autorità dello Stato presenti sul nostro territorio e a denunciare alla magistratura le eventuali trasgressioni? Perché non impegnarsi, nel 70esimo della Liberazione, a cancellare la vergognosa dedica di una pubblica via al fascista Protti? Perché non fare nemmeno un breve passaggio sulla colpevole sottovalutazione che tutte le istituzioni locali hanno avuto in questi anni rispetto alla presenza organizzata in città di formazioni neofasciste?
L'aggressione squadrista e il grave ferimento di un militante del centro sociale Dordoni è denunciato come un fatto molto pericoloso e preoccupante ma che finisce per riguardare e avere ricadute soprattutto su quel soggetto, quell'area militante e antagonista e il suo rapporto/scontro con le formazioni neofasciste esistenti in città da alcuni anni. Quell'aggressione riguarda invece tutti i cittadini e tutte le organizzazioni libere e democratiche. Decidere domani di privare d'una sede e dunque in qualche misura emarginare soggetti che per tanti anni hanno costruito spazi di socialità ci sembrano errori che si sommano ad altri errori fatti in queste settimane. Che ci piaccia o no, i centri sociali sono luoghi di incontro, di discussione e anche acceso dibattito politico per tanti giovani e tanti cittadini cremonesi; hanno contribuito a costruire, in un rapporto dialettico con altri soggetti, vertenze importanti per il nostro territorio, a partire dalla battaglia contro l'inceneritore, contro il nucleare, per l'acqua pubblica e da ultimo quella per il diritto alla casa. Quanto di altamente deprecabile è successo durante la manifestazione del 24 gennaio, e soprattutto dopo la sua traumatica interruzione (ci saranno responsabilità individuali da accertare e sanzionare), l'abbiamo già denunciato in modo chiaro, ma questo non cancella affatto il nostro giudizio che la tragedia, quella vera, sia successa il 18.
Avremmo preferito avere più tempo e modi per condividere questi spunti di riflessione all'interno della lista Sinistra per Cremona-Energia Civile e con il resto della maggioranza. Così non è stato. La ragione di questa breve presa di parola è che possa migliorare la nostra democrazia interna ma soprattutto arricchire il dibattito consigliare di lunedì e dare un contributo alle decisioni future di questa Amministrazione.
La Federazione cremonese di Rifondazione Comunista