Procede il cammino di preparazione e stesura della riforma del catasto: sono state presentate la settimana scorsa, di fronte alle Commissioni Finanze di Camera e Senato, le linee guida del Governo in merito al riordino generale di una fondamentale articolazione istituzionale in materia, cioè le commissioni censuarie.
Le rinnovate commissioni avranno un ruolo di rilievo nel nuovo assetto della materia catastale: andiamo a vedere come, in 3 rapidi punti:
1. Si occuperanno di validare le funzioni statistiche (ovvero gli algoritmi) utili per ricavare le rendite e i valori patrimoniali dai dati concreti provenienti dagli immobili e giungere a generare una base imponibile coerente con l’attuale situazione del mercato.
2. Saranno utilizzate con finalità deflattiva del contenzioso in materia davanti al giudice tributario: le commissioni avranno infatti il ruolo dirimente attraverso una procedura precontenziosa grazie alla quale i proprietari potranno contestare la correttezza delle nuove rendite.
3. La struttura delle commissioni si articolerà presumibilmente in questo modo: ci sarà una commissione centrale formata da 25 membri e dislocata a Roma e poi vi saranno poco più di 100 commissioni di primo grado collocate in ogni provincia d‘Italia. Ogni commissione sarà suddivisa in tre sezioni e sarà composta complessivamente da 7 membri.
Fino ad oggi tali commissioni hanno avuto spesso un ruolo marginale e negli ultimi tempi hanno vissuto alla stregua di organismi dormienti. Ed uno dei rilievi più importanti che interessano le riforma del catasto si colloca proprio nel nodo della composizione delle commissioni stesse: la legge delega che sovrintende alla riforma (legge n. 23 dell’11 marzo 2014 recante disposizioni “per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita”) prevede infatti che i componenti dovranno essere scelti tra diverse categorie (che abbiamo elencato puntualmente in questo articolo intitolato Revisione catasto: commissioni censuarie e rendite cambiano volto). In particolare rimane il dubbio relativo al peso che avranno i rappresentanti dell’Agenzia delle Entrate e quelli delle amministrazioni locali nel bilanciamento complessivo delle commissioni: l’imparzialità è infatti un elemento molto delicato all’interno di questa materia.
Il processo di riforma proseguirà questa settimana con il progetto di decreto legislativo di riordino che sarà sottoposto ad ulteriori pareri del comitato ristretto delle Commissioni Finanze, prima di giungere in Consiglio dei Ministri per l’approvazione prevista, al più tardi, per la prossima settimana.