La bozza del Governo sulla riforma urbanistica è ormai pronta, per quello che si configura come un passo epocale per un settore che attende da ben 72 anni di essere riordinato e ridisegnato.
Sta quindi vedendo la luce una prima embrionale ipotesi di disegno di legge inerente al governo del territorio nel nostro paese: al lavoro sul testo c’è in questo momento il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi insieme ad una commissione di lavoro. In un secondo momento la bozza transiterà in Consiglio dei Ministri per essere sottoposta all’attenzione della Commissione Ambiente.
La riforma contribuirà a spostare il centro di gravità della materia verso un assetto compatibile con i nuovi equilibri che scaturiranno dal ribilanciamento costituzionale che coinvolgerà il titolo V della Costituzione, assegnando alla competenza esclusiva statale la definizione delle norme generali in materia di governo del territorio.
I 21 articoli che compongono la stesura provvisoria del testo di legge enumerano diverse novità normative che si innestano all’interno di una visione certamente organica e coerente dell’importante materia. Ecco alcuni temi salienti:
- riforma degli standard previsti dal decreto ministeriale 1444/1968;
- trasferibilità degli oneri pianificatori;
- pianificazione territoriale di area vasta;
- definizione di una politica complessiva (urbanistica, legislativa e fiscale) per il rinnovo urbano;
- compensazione nel capitolo della fiscalità immobiliare;
- definizione mirata di una congrua politica per l’edilizia sociale residenziale (pubblica e privata);
- riordino dei titoli autorizzativi in edilizia.
Grande rilievo assumerà poi il fondamentale tema della semplificazione normativa in materia (nella stessa direzione si sta muovendo il progetto di riordino della Pubblica Amministrazione, che coinvolgerà anche la materia dell’urbanistica, leggi in proposito il post Semplificazione adempimenti in edilizia: grandi novità in rampa di lancio) .
L’idea è quella di costituire un quadro nazionale di pianificazione territoriale che diffonda le sue propaggini nei vari assetti regionali: le parole-chiave della riforma alloggiano nella volontà di rispolverare e tirare fuori da dimenticatoio il concetto di lungimirante programmazione del territorio, e di garantire e valorizzare il carattere unitario e indivisibile del territorio italiano. A questo fine nella bozza di riforma urbanistica è prevista la nascita della direttiva quadro nazionale (dqt), strumento soggetto ad aggiornamento triennale che funge da specchio per “l’espressione della domanda pubblica di trasformazione territoriale”.
Un progetto ambizioso quanto necessario che si trova ora ai nastri di partenza: il cammino verso la definizione e l’approvazione finale attraverserà certamente la densa (ed utile) boscaglia del dibattito parlamentare ed extraparlamentare, verso un assetto (finalmente) innovativo del governo del territorio.