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La scuola dell'infanzia, la scuola primaria e la secondaria di primo grado, giusto per parlare di cose già fatte, hanno operato già dallo scorso anno con le Nuove indicazioni, che si sono rivelate uno strumento più che adeguato, è anche giusto che i contenuti, considerata la fluidità della nostra società vengano adeguati spesso. Le note dolenti arrivano quando parliamo di riforma dell'organizzazione. Non è azzardato ricordare che finora essa si è tradotta in drastici tagli, che hanno comportato la riduzione del tempo scuola a tutto svantaggio delle famiglie, benché tante di esse se ne siano rallegrate, questo sì è argomento che dovrebbe riguardare da vicino le famiglie insieme alla qualità del servizio, che è bene ricordare si ottiene anche da insegnati e operatori retribuiti in modo dignitoso. Un retribuzione adeguata è anche il giusto incentivo a far sì che la scuola, da suo interno, torni a esercitare il suo ruolo di comunità educate e di esempio sociale, lontano da meccanismi rigidi del passato, attenta ai bisogni individuali, alle differenze e orientata a offrire un tempo scuola di qualità, dove gli alunni e gli studenti, non solo impariro secondo le loro capcità, ma possano stare bene fisicamente e mentalmente. Banalmente si può ricordare che il contratto degli insegnanti è orami fermo otto (8) anni, una vita si può dire; come si possa chiedere a noi docenti, dopo la dipartita del fondo d'istituto, ancora dei sacrifici mi è impossibile immaginarlo.
Le riforme precedenti hanno sottratto risorse umane e materiali, ora mi sembra incredibile che si continui a levare sangue a un moribondo, perciò mi sento di sperare, auspicando di non andare incontro a delusioni, che avvenga un riequilibrio, che si torni a parlare di tempo scuola adatto alle (giustamente) ambiziose Nuove Indicazioni, che si parli di funzione docente restituitendo il fondo d'istituto, di funzioni strumentali, che sono state un buon investimento nella maggior parte delle realtà, di formazione in servizio, si investa per stimolare la capacità di gestione delle classi di oggi, dei Bes, e soprattutto s'investa nella didattica, dedicando ad essa, strumento principale e linfa vitale del fare scuola, lo sforzo collettivo richiesto in questo momento. Non vedo cos'altro ci sia da riformare, e sinceramente ci vedo anche poco di cui dibattere, visto che ormai siamo alla mancanza dell'essenziale, onestamente, perciò mi siedo qui ad aspettare piena di speranza.
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