Di Mario Marrandino. Continua la lunga “Battaglia delle Riforme”. In altri contesti sarebbe stato più consono definirle dispute, dibattiti, contestazioni, ma è evidente come la situazione odierna è quella di un campo da guerra, con tanto di feriti in trincea.
L’Aula di Palazzo Madama ha approvato l’articolo 2 del ddl di riforma costituzionale Boschi che è effettivamente uno dei fulcri della riforma, che modifica la composizione del Senato e prevede che i membri siano in tutto cento: 95 scelti dai consigli regionali e cinque di nomina presidenziale. I sì sono stati 194, i no 26, otto gli astenuti.
Pietro Grasso, il pluri-criticato ed accusato Pietro Grasso, ancora una volta, ha applicato la tecnica del “canguro” che ha permesso di far decadere altri 1300 emendamenti. Il “canguro” ha mietuto ben 4504 vittime (proposte di modifica), su un totale di poco meno di ottomila.
Il premier Matteo Renzi ha ricevuto a palazzo Chigi i capigruppo di maggioranza al Senato e, come ben noto, l’obiettivo è quello di arrivare al varo definitivo entro l’8 agosto e Renzi avrebbe concordato con i capigruppo di maggioranza di aprire a modifiche sull’immunità e sulla platea per eleggere il Capo dello Stato, pur di porre fine a questo spietato e a tratti pretenzioso ostruzionismo delle opposizioni. “Le riforme stanno andando avanti, sono molto soddisfatto e spero che il clima di dialogo consenta di recuperare e duri anche la prossima settimana che sarà conclusiva” ha affermato il premier in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, presentando lo “Sblocca Italia”
Le riforme, comunque, saranno giudicate dai cittadini. L’assicurazione è stata rinnovata anche oggi dal premier che per “blindare” il referendum confermativo ha spiegato che “siamo disposti anche a prendere un impegno scritto in Parlamento. La maggioranza che sostiene questa riforma è disponibile, anche se avesse i numeri (ovvero il consenso dei 2/3 del Parlamento, ndr), a far mancare qualche numero” per lasciare l’ultima parola ai cittadini.
Il ministro Boschi, intanto, ha incontrato i capogruppo di Sel e Lega e ha avuto un contatto via sms con i Cinque Stelle per verificare la disponibilità delle opposizioni. La Lega, che non sta partecipando ai lavori, resta però sulle barricate. “Se questo è il nuovo Senato meglio abolirlo”, dice il capogruppo Centinaio, che ha aggiunto: “Finalmente, dopo 17 giorni, hanno letto le nostre dieci proposte. Nei prossimi giorni ci daranno risposte concrete”.
Proteste delle opposizioni che hanno contestato il presidente del Senato Pietro Grasso, “colpevole” secondo loro di non aver assegnato loro tempo per intervenire in Aula.
Lega, Sel e M5s sono sempre più titubanti e decidono di abbandonare i lavori, lasciando i loro banchi vuoti. Nonostante la diplomazia di Grasso riesca a “riportare all’ordine” i gruppi non dalla Lega Nord. Successivamente il M5S ha nuovamente abbandonato l’Aula poiché il ministro per le Riforme Boschi si sarebbe rifiutato di incontrare i senatori pentastellati. “Non parteciperemo mai più ai lavori sul ddl riforme” ha annunciato il capogruppo Petrocelli, che però ha specificato che non si tratta di un nuovo Aventino.
La senatrice Paola Taverna ha parlato di “leggi maledette” tese a “fregare i cittadini”. Un discorso che ha “commosso” Beppe Grillo: che ha definito “da brividi” l’intervento della senatrice. In apertura dei lavori il presidente Pietro Grasso aveva stigmatizzato il comportamento dei senatori della Lega Nord, protagonisti dei tumulti di ieri a Palazzo Madama, annunciando un’istruttoria in merito. “L’ostruzionismo in atto al Senato non è contro le riforme, ma è contro l’Italia” ha affermato da Caserta il ministro dell’Interno Angelino Alfano, che ha aggiunto: “Chi vuole praticarlo sappia, però, che gli italiani se ne stanno accorgendo”.