Riforme, Renzi: “C’è chi vuole bloccare l’Italia ma avanti senza paura”. Grillo attacca: “Riforme per imporre la dittatura”

Creato il 22 luglio 2014 da Nicola933
di Mario Marrandino - 22 luglio 2014

Di Mario Marrandino. La riforma è intrappolata nell’estenuante dibattito parlamentare sui quasi 8mila emendamenti presentati da opposizioni e dissidenti. Oggi è iniziata la discussione sugli emendamenti relativi al primo articolo del ddl Boschi, e il capogruppo Pd Luigi Zanda ha lanciato l’allarme: “Con questo ritmo questo provvedimento non potrebbe essere completato nel suo esame nemmeno entro il 2014, la fine di quest’anno”.

È stata convocata la conferenza dei capogruppo per definire i tempi dell’esame del testo e uscire da questa fase di stallo. In mattinata erano arrivate le parole del sottosegretario alle Riforme Luciano Pizzetti che non ha escluso il ricorso alla ghigliottina.

Ieri era terminata in Aula la discussione generale: il ministro Maria Elena Boschi ha difeso il testo uscito dalla Commissione Affari costituzionali definendo “vittima di un’allucinazione” chi parla di “svolta autoritaria”. Parole che hanno ovviamente suscitato non poco scompiglio le opposizioni ed in particolare del M5s.

Sulle riforme è intervenuto anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, nel corso della cerimonia di consegna del Ventaglio da parte dell’Associazione Stampa Parlamentare al Quirinale, ha ammonito: “Non si agitino spettri di insidie e macchinazione di autoritarismo” sulla riforma del Senato. E chiede di “superare l’ estremizzazione dei contrasti” nella “espressione del dissenso” sulle riforme. Intanto Beppe Grillo sul suo blog: “Analogie tra il 1924 e oggi, esito potrebbe essere la dittatura”.

Il premier Matteo Renzi non intende arretrare di fronte all’ostruzionismo delle opposizioni: “Faremo le riforme nonostante ci sia chi vuole ostruire percorso. Il governo è impegnato a testa alta e viso aperto per raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati”. Ed ha aggiunto: “Le immagini di qualcuno che vuole bloccare, fermare, ostruire il cammino delle riforme sono le immagini di chi pensa che si possa continuare così com’è. Per cambiare l’Italia bisogna fare le riforme e le faremo”. Su Twitter: “#Mentreloro fanno ostruzionismo per provare a bloccare il cambiamento, noi ci occupiamo di posti di lavoro”. E su Facebook spiega meglio: “È proprio vero: i politici non sono tutti uguali. Da un lato chi con l’ostruzionismo prova a bloccare l’Italia e le riforme chieste dalla maggioranza dei cittadini. Dall’altro chi si occupa di creare posti di lavoro e pensa alle famiglie, offrendo una speranza per l’Italia di domani. Avanti, senza paura“.

L’ipotesi di un rinvio è esclusa con forza dal sottosegretario alle Riforme, Luciano Pizzetti (Pd): “Vogliono rinviare tutto a settembre, far chiudere l’Aula ad agosto con la riforma a metà strada. Lo impediremo con tutte le nostre forze. L’ostruzionismo è legittimo, ma è altrettanto legittimo, nel pieno e rigoroso rispetto dei regolamenti e delle procedure parlamentari, usare gli strumenti che consentono di arrivare al voto in tempi ragionevoli. Se le cose continuassero così la ghigliottina non sarebbe uno scandalo. In ogni caso valuteremo prima altri interventi, ad esempio un’attenta valutazione degli emendamenti da bocciare, in modo da farne decadere altri a catena e ridurre il numero delle votazioni”.

Il dialogo tra il M5s e il Pd sembra che si sia ormai spento, prima di essere ancora del tutto acceso.

Oggi Beppe Grillo dal suo blog lancia un durissimo attacco al premier Renzi con un allarme dittatura nel post dal titolo “Da Matteotti a Di Matteo? #lanuovadittatura”. Il post recita: “La storia non si ripresenta mai uguale ma tra l’Italia di oggi e quella del 1924, anno del rapimento e omicidio di Giacomo Matteotti, esistono molte e impressionanti analogie. L’esito potrebbe essere lo stesso, la fine della democrazia, con al posto del fascismo, un sistema che comprende tutte le forze del paese che vogliono conservare i loro privilegi e tenere a distanza di sicurezza la volontà popolare: criminalità organizzata, piduisti, istituzioni deviate, partiti”.

Nel testo arriva la stroncatura dell’Italicum, la legge elettorale frutto del patto tra maggioranza e Forza Italia: “La legge elettorale fascista Acerbo fu sicuramente più rappresentativa del corpo elettorale e rispettosa della democrazia dell’italicum di Renzie e del noto pregiudicato”. Infine l’affondo: “Dalla vittoria alle politiche del 2013 del M5s stiamo assistendo a una controriforma senza che vi sia stata una riforma o un Martin Lutero, neppure Mussolini ebbe la sfacciataggine del trio napolitanorenzieberlusconi”. Nel post viene tracciato un parallelo tra le parole del Pm Nino Di Matteo, che sabato scorso, in occasione dell’anniversario della strage di via D’Amelio, aveva denunciato “i tentativi finalizzati a ridurre l’indipendenza dei magistrati”, a quelle del deputato socialista Giacomo Matteotti, che nel suo ultimo intervento alla Camera il 30 maggio 1924, prima di essere assassinato, aveva denunciato il regime fascista e la validità delle elezioni. “Da Matteotti a Matteo. Oggi per imporre la dittatura la forza non è più necessaria, bastano le cosiddette riforme…” si legge sul blog.


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