Di Mario Marrandino. Da una parte non c’è nessuna retromarcia sui tempi, né sui lavori a oltranza che iniziano in aula a Palazzo Madama, Dall’altra, i relatori Anna Finocchiaro (Pd) e Roberto Calderoli (Lega Nord) lavorano per tentare una mediazione e superare l’impasse: in sostanza, è ancora guerra sulle Riforme.
Tra i punti della negoziazione ci sono cambiamenti sull’immunità, platea per l’elezione del presidente della Repubblica, firme per il referendum, competenze Stato-Regioni.
Matteo Renzi è pronto a incontrare, tra domani e mercoledì, il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. Sul tavolo lo stallo sul nuovo Senato e l’Italicum. Il colloquio con il leader di Forza Italia servirà pure a tentare di sminare i trappoloni sugli emendamenti a voto segreto, primo fra tutti quello della Lega che prevede la riduzione dei deputati da 630 a 500.
Alle opposizioni, il premier ha chiesto: “Prima abbattete gli emendamenti ostruzionistici e poi si parla”. Davanti alla trincea delle opposizioni, la strategia del governo è quella di usare il bastone e la carota. Nessuna retromarcia sui lavori a oltranza 9-24 che iniziano da domani a Palazzo Madama, né sulla dead-line dell’8 agosto e sull’effetto-canguro che, se non è proprio una “tagliola”, certo sfoltirà centinaia degli ottomila emendamenti presentati. D’altra parte però è già pronto un “pacchetto” di proposte di modifica di Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli, i relatori del Ddl Boschi. Sono l’offerta alle opposizioni, che passa per la via della discussione di merito.
Dopo la marcia sul Colle con cui Lega, Sel e M5Stelle hanno reagito alla nostop in aula decisa dalla maggioranza, Finocchiaro e Calderoli hanno chiesto alle opposizioni di mettere nero su bianco i punti di modifica che più stavano a cuore.
Bocciato il Senato elettivo, di cui Renzi non vuole sentire parlare, la lista di emendamenti dei relatori accoglie quindi cambiamenti su immunità, platea per l’elezione del presidente della Repubblica, firme per i referendum, competenze Stato-Regioni.