Matteo Salvini è tornato quasi rigenerato dal suo viaggio nella Corea del Nord insieme all’irresistibile senatore Razzi. Lì ha potuto fare un’esperienza fantastica: cinque giorni senza telefonino, senza Internet, senza Facebook, senza Twitter. Lì ha scoperto che tutti i ragazzini fanno sport: per strada, lusso che i nostri figli non si possono più permettere. Lì Salvini ha potuto constatare coi propri occhi che la fama leggendaria delle strade nord-coreane è assolutamente meritata: tutto fila splendidamente, non ci sono code né imbottigliamenti, e le automobili si tengono ad una distanza di sicurezza di almeno 200 chilometri l’una dall’altra. Lì Matteo non ha trovato traccia né di criminalità né di prostituzione. Lì Matteo ha incontrato l’ex calciatore che col suo storico gol ci fece subito tornare a casa durante il Mondiale inglese del 1966, e che fece della Corea la Caporetto dell’Italia calcistica: un Pak-Doo-Ik in forma splendida, asciutto come un ragazzino. E lì Matteo, fatto mirabile, ha trovato una pulizia da far schiattare d’invidia perfino quei fanatici di svizzeri: non una cartaccia che sia una ha visto per terra. E’ un peccato, però, che non ci abbia specificato se si trattasse veramente della nuda terra o se qualche ciuffo d’erba ne insozzasse ancora la superficie.
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