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Riguarda- LO: “Vanilla Sky” con GURU NIKKO

Creato il 30 marzo 2012 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Vanilla Sky è un  film del 2001 di Cameron Crowe, con Tom Cruise affiancato dalle splendide Penelope Cruz e Cameron Diaz.

Il film ebbe un discreto successo proprio grazie alle interpretazioni drammatiche e credibili di questi attori e a una colonna sonora pazzesca.

Ambientato nei giorni nostri, il film racconta di un ereditiero americano che, sfigurato dopo un incidente, decide di farsi ibernare fino al momento in cui si avranno le tecniche mediche per risolvere le sue agonie tipo: un braccio malandato, un viso sfigurato e delle emicranie dovute a placche metalliche impiantategli nella testa…

Vanilla Sky è un film dove sei tu a decidere quanto vuoi essere “carpito” e la sua intensità è scandita proprio dalla tua voglia di crederci. La pellicola, infatti, ti dà modo di farlo fino al punto d’esserne travolto! David, il protagonista, vive una vita idilliaca, ricco affascinante brillante e, fin dalle prime scene, si capisce che le sue preoccupazioni si muovono tra le indecisioni nel scegliere una Mustang o una Ferrari e il “trauma” di un capello bianco trovato tra la sua chioma perfetta alla vigilia dei 33 anni….

Tutto questo, fino all’incidente che lo vede coprotagonista ignaro del suicidio in auto di una sua fiamma innamorata e frustrata, proprio perché trattata da David con troppa sufficienza…

Da qui in poi la sua vita perfetta diventa un incubo perfetto proprio nel giorno che segue l’essersi innamorato della donna dei suoi sogni: Sophie.

All’immedesimazione fatta fino a quel momento con “chi ha tutto”, il film contrappone quella con una sorta di mostro da baraccone con un forte disagio sociale, tanto che, in una scena, David riprende un barman che non ha neanche coraggio di guardarlo mentre gli serve da bere.

A quel punto, il nostro protagonista socialmente emarginato decide di uccidersi, affidandosi a una società trovata in rete che ne congelerebbe il corpo, in attesa di cure.

Il film diventa interessante perché, tra gli optional dell’ibernazione (che loro pubblicizzano come resuscitazione), c’ è anche il sogno lucido…

Quindi tutto il film non è nient’altro che la vita più felice che David può immaginare in base alla sua idea di vita perfetta, sfiorando così il tema del libero arbitrio…. e cioè: “siamo noi a governare la vita e ciò che accade, o è già tutto scritto??”

Succede, infatti, che “grazie” ad un errore dovuto al suo inconscio, David scopre che la sua vita e la sua storia con Sophia non sono nient’altro che la realizzazione di tutto ciò che erano le sue idee di felicità. E il fatto che le sue scene d’amore s’ispirassero da una vecchia copertina di un disco di Springsteen, le movenze di Sophia ad un film di Truffaut, il rapporto con il dottor Mc.Cage ad un vecchio film su di un padre comprensivo… sono la dimostrazione che, per natura, l’essere umano insegue la prima idea che si ha sulla comprensione di un sentimento….

E’ come se fossimo attratti continuamente e quasi ossessionati dalla prima volta che di ogni cosa ne cogliamo il significato. Magari il ricordo è sepolto nei primi anni di vita ma è quello che caratterizza poi la nostra esistenza…

Una scena che adoro è quando David, ormai conscio di sognare, rivela al Dott. Mc Cage di essere solo un prodotto della sua mente e lui ne rimane sconvolto. Immaginate se qualcuno vi dicesse che non esistete ma che siete solo il personaggio del sogno di qualcun altro…

Ma il vero cardine del film è la scelta che ora deve fare David.

Sotto un memorabile cielo color vaniglia scelto da un vecchio quadro di Monèt dal quale il film stesso prende il titolo, l’uomo deve decidere se continuare la vita idilliaca nel sogno lucido o, visti i 150 anni ormai passati, farsi scongelare e provare a farsi curare in una vita vera.

La scelta di David ci manda il messaggio che i sogni sono fantastici finché restano tali, come se la realizzazione di questi non fosse anche la loro flagellazione. Quindi non bisogna mai smettere di sognare e non bisogna permettere a nessuno di farci smettere perché alla fine la vita non è nient’altro che quei percorsi tra il nostro sognare e il tentare di realizzarlo…che poi succeda o no è secondario. David, infatti, sceglie la vita vera!

Una vita dove le difficoltà renderanno ancor più sublimi i momenti piacevoli, in fondo come nel film dice spesso il suo amico: “IL DOLCE NON È MAI COSI’ DOLCE SENZA L’AMARO“.

Buona ri-visione!

GURU NIKKO

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