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Rimedi capelli crespi e aridi

Creato il 02 gennaio 2012 da Chiaramarina

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Prima di elencare alcuni rimedi possibili contro i capelli ricci ed aridi, dovremo chiederci però è quale sia il prezzo da pagare per possedere la capigliatura perfetta. Tinte, schiume, lacche, gel e chi più ne ha più ne metta, permettono di ottenere risultati strabilianti dall’aspetto incredibilmente naturale. Eppure, cotanta meraviglia è tale solo in apparenza. La maggior parte dei prodotti per la cura dei capelli esposti sugli scaffali di ipermercati, negozi specializzati e saloni di bellezza contiene infatti sostanze chimiche che a lungo andare danneggiano la salute del capello (per non parlare di quella dell’ambiente). In particolare, alcuni componenti possiedono la preoccupante capacità di insinuarsi sino alla radice del capello, riuscendo in questo modo a penetrare all’interno del corpo. La sovraesposizione a tali sostanze potrebbe comportare, a lungo andare, una sensibilizzazione dell’organismo i cui sintomi si possono ravvisare in: prurito, arrossamento, bruciore, gonfiore, difficoltà respiratorie e finanche shock anafilattici.

A finire nel mirino delle critiche sono soprattutto le tinture chimiche permanenti: sempre più persone ne fanno uso, sia tra gli uomini che tra le donne. E’ particolarmente interessante osservare come negli ultimi anni, assieme alla diffusione di questo tipo di prodotto, siano aumentati esponenzialmente anche i casi di reazioni allergiche allo stesso. A provocare l’intolleranza sono soprattutto due sostanze note con il nome di para-fenilendiammina (PPD) e toluene-2,5 diamina (PTD): si tratta di componenti ritenute fondamentali per le colorazioni di tipo permanente che al contempo sono però dei potenti allergeni. Non dimentichiamoci poi di un secondo aspetto negativo e ben più noto di questo tipo di tinture, ossia l’aggressività con la quale attaccano la struttura del capello per riuscire a far attecchire il colore in profondità.

Dito puntato anche contro i siliconi, sostanze di sintesi difficilmente biodegradabili che hanno la capacità di formare un film protettivo attorno ai capelli creando l’illusoria sensazione di morbidezza, e contro i tensioattivi (leggi “schiumogeni”) contenuti negli shampoo, che talvolta svolgono un’azione lavante troppo aggressiva. Sia chiaro, nessun allarmismo. Si tratta di semplici considerazioni che possono fungere da spunto per un approfondimento da parte di tutti coloro che dedicano particolare attenzione alla propria salute.

Fatte le dovute premesse, cerchiamo adesso di capire da cosa dipenda la salute del capello e quali siano gli strumenti per prendersene cura in modo dolce e naturale.

I tipi di capelli sono tanti: grossi, fini, lisci, mossi, crespi…dobbiamo sapere che la bellezza naturale di ognuna di queste chiome non dipende semplicemente dal tipo di attenzioni che le dedichiamo ma è legata, prima di tutto, alla cura che abbiamo per noi stessi. Infatti, la salute dei capelli è condizionata da fattori come l’esposizione ad agenti inquinanti, il fumo, lo stress, la dieta o l’assunzione di alcuni tipi di farmaci.

Si tratta di agenti a cui oggi un po’ tutti siamo esposti e che ci obbligano ad avere maggiore cura della nostra chioma. Ma è possibile farlo in modo naturale, evitando di stressarla più di quando non lo sia già? Certo. Per salvaguardare la salute dei capelli, naturali o trattati che siano, possiamo mettere in pratica dei piccoli accorgimenti che ci aiuteranno a preservarne l’elasticità oppure decidere di affidarci a prodotti creati con ingredienti naturali se non addirittura biologici: proprio di questo tratteremo nei prossimi paragrafi.

La prima cosa da fare per mantenere nel tempo una chioma sana e resistente è evitare l’utilizzo della piastra. Qualcuno dirà: “impossibile”! In effetti negli ultimi anni questo oggetto è diventato un vero e proprio must have per molte donne che grazie a lui sfoggiano lisci invidiabili o boccoli da principesse. E’ necessario però fare attenzione: a lungo andare la piastra secca ed opacizza i capelli, causando la comparsa delle odiatissime doppie punte. Se proprio non potremo farne a meno, dovremo quantomeno prestare attenzione ad utilizzarla con moderazione, regolando la temperatura in base al nostro tipo di capello (circa 200°C per capelli spessi e ricci, 150-180°C per quelli mossi e fini). Un ultimo consiglio: prima di passare la piastra sarebbe buona norma proteggere i capelli con dei cristalli liquidi, un termoprotettore (entrambi chimici) oppure qualche goccia di olio naturale puro (p.es. semi di lino o cocco).

Un secondo accorgimento consiste nel preferire l’utilizzo di impacchi creati al momento con il cibo trovato in dispensa a quelli preconfezionati provenienti dallo scaffale di un negozio. Le ragioni sono essenzialmente due: in primis il risparmio economico ed in secondo luogo le interessanti proprietà degli alimenti che popolano quotidianamente le nostre tavole. Così potremo lucidare i capelli applicando un impacco di olio di oliva tiepido o di succo di limone, rinforzarli con yogurt e miele, nutrirli con un tuorlo d’uovo mescolato ad olio di oliva ed olio di mandorle dolci, idratarli con un frullato di mele e banana…e chi più ne ha più ne metta. Sono numerosissime le “ricette della nonna” rinvenibili in rete per curare le più comuni problematiche dei capelli, perciò perché non approfittarne?

Cosa dire riguardo alle tinture per capelli? Abbiamo già parlato degli svantaggi delle colorazioni chimiche. Dobbiamo però sapere che in commercio esistono anche tinte a base di ingredienti di origine naturale, capaci di colorare il capello senza aggredirlo. Nessuno svantaggio quindi? In effetti uno c’è, soprattutto per chi è abituato alle “super-prestazioni” delle colorazioni sintetiche: a causa dell’estrema delicatezza e degli ingredienti di origine vegetale, le tinture naturali perdono ogni confronto per durata del colore e gamma di tonalità disponibili con quelle chimiche.

Sebbene la natura non ci offra simili prestazioni, mette però a nostra disposizione delle piante capaci di tingere e al contempo proteggere la chioma, comunemente conosciute con il nome di henné. Con questo termine viene indicato un particolare estratto vegetale polverizzato capace di attecchire sulle squame del capello creando così una pellicola protettiva che lo difende dagli agenti esterni e gli dona una colorazione rossastra (Lawsonia inermis), nera (Indigofera tintctoria) o un semplice effetto lucente naturale (Cassia obovata).

Se non si pretendono colorazioni originali o particolarmente strutturate, quella dell’henné potrebbe essere un’interessante alternativa ad altri tipi di tinture, purché lo si acquisti di buona qualità. Purtroppo anche in questo caso si rischia di incappare in prodotti che di naturale hanno solo il nome perché vengono “rinforzati” con alcuni ingredienti presenti nelle tinte da supermercato o peggio, con il picramato di sodio (sostanza altamente nociva che aumenta la copertura e la durata della colorazione). Sarebbe dunque meglio evitare di acquistare certi henné sfusi venduti in erboristeria (a meno che non si possano controllare le etichette) preferendo quelli preconfezionati che riportano la lista degli ingredienti, ossia il nome di una o più delle piante sopracitate. In ogni caso, per evitare reazioni indesiderate sarebbe bene lasciare passare un paio di mesi tra una colorazione chimica ed una naturale (o viceversa).

Si tratta di accorgimenti semplici ed economici che tutti con un po’ di buona volontà possono mettere in pratica. Ad essere talvolta un’po meno economici sono invece i prodotti naturali che abbiamo più volte nominato in queste pagine, senza però spiegare per l’esattezza di cosa stessimo parlando. Quando trattiamo di detergenti, shampoo o balsamo naturali stiamo parlando di prodotti che contengono almeno il 15% di sostanze naturali non modificate chimicamente e meno del 15% di ingredienti simil-naturali. In ogni caso, non si tratta di limiti definiti per legge (al momento non esiste una precisa normativa a riguardo) ma di quantitativi stabiliti da “Natrue”, un organismo di certificazione nato grazie all’iniziativa spontanea di alcune aziende tedesche.

Esistono poi i veri e propri prodotti “bio” ai quali lo standard Cosmos (Cosmetics Organic Solution), approvato dai principali certificatori europei, impone che sia biologico almeno il 95 percento degli ingredienti agricoli impiegati nella fabbricazione dei cosmetici ed almeno il 20 percento degli ingredienti sul prodotto finito (viene considerata anche l’acqua).

In ogni caso, attenzione agli “ecofurbi”, ossia a tutti coloro che cercano di lucrare su millantati prodotti naturali che in realtà non possiedono le caratteristiche richieste dai principali enti di certificazione. Nel dubbio, meglio scegliere prodotti che sulla confezioni riportino un bollino che attesti la qualità del prodotto preferendoli a quelli che riportano la sola dicitura di “prodotto autocertificato”.


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