Il comitato di quartiere di San Felice è stato istituito dal Comune, ma non può dialogare col Comune. Gli striscioni di protesta vengono rimossi direttamente dalla polizia municipale, negando il diritto di manifestare il dissenso, come se dissentire dal sindaco fosse vietato dalla legge. E non c’è mai stato dialogo tra l’amministrazione cittadina e il comitato di quartiere di San Felice. Sembra una storia surreale. Il Partito democratico, tramite un’interrogazione rivolta al sindaco con richiesta di risposta orale, chiede più partecipazione e riconoscimento della cittadinanza attiva.
Al signor Sindaco Oreste Perri
INTERROGAZIONE CON RISPOSTA ORALE
Premesso che:
-la partecipazione attiva dei cittadini si esprime anche con dimostrazioni di dissenso rispetto alle scelte dell’ amministrazione;
-nelle assemblee promosse nelle periferie il dissenso verso le scelte di questa amministrazione si è manifestato ovunque in modo forte e palese anche se è stato poi riportato in maniera attenuata nei verbali;
- alcuni striscioni esposti dal Comitato di quartiere S.Felice sono stati tempestivamente rimossi dalla Polizia Municipale senza alcun confronto con il Comitato stesso, come se quello di S. Felice non fosse stato promosso e riconosciuto come tutti i Comitati di quartiere dal Comune di Cremona
- gli striscioni in questione esprimevano il punto di vista della popolazione della zona mai interpellata prima della nota riunione con la giunta, e manifestavano il dissenso in modo civile, non offensivo né volgare, non intralciavano assolutamente la visibilità e la viabilità della zona, non arrecavano alcun danno a proprietà pubblica o privata;
Richiamato
l’ordine del giorno presentato dal PD in data 16 luglio e respinto da questa maggioranza con il quale si chiedeva di prendere in considerazione le proposte espresse dal Comitato di quartiere S. Felice finalizzate a individuare soluzioni che agevolino la mobilità ciclo pedonale che rischia di essere fortemente limitata dalla realizzazione del sottopasso, e a evitare l’ulteriore isolamento del quartiere.
Ricordato che:
-tale quartiere subisce già il disagio della distanza e dei fragili collegamenti con il centro città
-le soluzioni devono tener conto dei problemi che il sovrappasso procurerebbe ai ciclisti e alle persone anziane che si spostano in città in bici grazie alla pista di collegamento
si interroga il Sindaco e la Giunta per conoscere:
-se anziché ricorrere alla censura e al ritiro degli striscioni, non sarebbe più rispettoso della partecipazione democratica aprire un dialogo con i dimostranti nel segno dell’ascolto e del riconoscimento del valore della cittadinanza attiva;
-se alla luce del dissenso manifestato dai cittadini dei quartieri interessati, non si possano valutare nuove ipotesi rispetto al progetto originario di eliminazione del passaggio a livello di S. Felice.
Cremona, 2 agosto 201
Annamaria Abbate e Caterina Ruggeri