Lo scorso 7 marzo, il Presidente Napolitano ha firmato il decreto legislativo sulle energie rinnovabili, varato dal governo lo scorso 3 marzo, che dà attuazione alla direttiva 2009/28/CE sulla promozione delle energie rinnovabili, adottata dall’Unione europea nell’ambito del “pacchetto clima-energia”.
Le polemiche cha hanno accompagnato tutto l’intero iter del decreto, non accennano a fermarsi: numerose associazioni di settore (Legambiente, Asso Energie future, Anev, Aper etc), avevano chiesto al Presidente di non firmare un decreto giudicato incostituzionale da molti.
Ma non solo: si prevedono drastici tagli agli incentivi del conto Energia basati sulla data di allaccio degli impianti: per gli impianti allacciati alla rete successivamente al 31 maggio 2011, l’incentivazione sarà disciplinata con un nuovo decreto ministeriale entro il 30 aprile 2011, che dovrà:
- determinare un limite annuale di potenza elettrica cumulativa degli impianti fotovoltaici incentivabili;
- determinare le tariffe incentivanti tenendo conto della riduzione dei costi delle tecnologie e di impianto e degli incentivi applicati negli altri Paesi UE;
- prevedere tariffe incentivanti e quote differenziate sulla base della natura dell’area di sedime.
Differenza di incentivazioni anche per gli impianti solari fotovoltaici collocati a terra in aree agricole, l’accesso agli incentivi statali è consentito a condizione che:
- la potenza nominale di ciascun impianto non sia superiore a 1 MW e, nel caso di terreni appartenenti al medesimo proprietario, gli impianti siano collocati ad una distanza non inferiore a 2 chilometri;
- non sia destinato all’installazione degli impianti più del 10 per cento della superficie del terreno agricolo nella disponibilità del proponente.
Secondo l’associazione sos rinnovabili, “Quindicimila famiglie rischiano di perdere in pochi mesi il posto di lavoro, un indotto che occupa altre 100.000 persone sarà colpito”. Per scongiurare una sciagura del genere, proprio ieri, 10 marzo, c’è stata la manifestazione promossa da sosrinnovabili.it a Roma, che ha visto “la partecipazione di oltre 2000 personee 22mila spettatori unici alla diretta in streaming sulle 450 micro web tv del network AltraTv.tv.
Ma non ci sono solo loro, l’Associazione delle Banche Estere con una lettera al sottosegretario Letta, ha avvisato il governo: se il testo non verrà modificato, si metteranno a rischio tutti gli investimenti esteri non solo sulle rinnovabili ma, su tutte le infrastrutture. Per l’associazione, modificando in corso le regole del gioco, “il legislatore italiano diventerebbe inaffidabile”!
E’ mentre la Prestigiacomo giudica l’intervento dell’Aibe “sopra le righe” “È il solito classico atteggiamento che non ci piace. Vogliamo che il settore si sviluppi in modo sano, non vogliamo che vengano qui fondi a speculare”, Berlusconi è corso ai ripari affermando che, seppur “gli incentivi alle energie rinnovabili devono adeguarsi all’andamento degli altri Paesi europei e, il “boom” del settore fotovoltaico determina sulle bollette dei cittadini un aggravio che era necessario calmierare”, “entro poche settimane il governo stabilirà il nuovo quadro di incentivi che consentirà alle aziende del settore la programmazione di investimenti per un mercato maturo di lungo periodo in vista degli obbiettivi europei per il 2020”.
Il fotovoltaico determina un aggravio sulle bollette dei cittadini? Oddio a me non sembra…. a me sembra piuttosto che dietro lo “sgambetto” alle rinnovabili ci siano le solite lobbies favorevoli al nucleare e alla vera speculazione sulla pelle dei cittadini.
Perchè no, potremmo tornare al carbon fossile o all’età della pietra… Nel mentre attendiamo sviluppi, la speranza è solo una: che l’Italia, paese del sole, non perda anche questo treno, solo per accontentare la solita cricca!