Magazine Medicina

Rinoplastica secondaria con tecnica open

Creato il 11 febbraio 2013 da Mariodini @profmdini

Amici,
questo mese, sulla rivista di settore Plastic and Reconstructive Surgery, è stato pubblicato un nuovo articolo del dott Rohrich, uno dei guru della rinoplastica mondiale, nel quale tratta dei vantaggi apportati dalla tecnica open nella rinoplastica secondaria. Una tecnica ormai utilizzata con successo da 25 anni.

Sono, infatti, passati venticinque anni da quando Rorhich illustrava, nei suoi primi articoli, i vantaggi di un approccio di rinoplastica aperta (open) nei nasi già operati che presentavano ancora dei difetti (rinoplastica secondaria).

Se fino a 25 anni fa per operare il naso secondario si utilizzava solo la tecnica chiusa, oggi l’approccio aperto per la rinoplastica è diventata la tecnica preferita, non solo per la chirurgia secondaria, ma anche per le rinoplastiche primarie. La difficoltà principale negli interventi di rinoplastica sta nella capacità del chirurgo di ottenere un risultato estetico prevedibile e riproducibile.

Negli ultimi 25 anni vi sono stati un gran numero di progressi nelle tecniche di rinoplastica primaria e secondaria. Basti pensare ai recenti progressi nell’utilizzo di software adeguati per computer che hanno consentito di migliorare la comunicazione tra il chirurgo e il paziente, fornendo immagini visive. I pazienti sono in grado di visualizzare e discutere, sia in forma bidimensionale o tridimensionale, cambiamenti potenziali al naso e il risultato atteso.

Spesso le cause di insuccesso di una rinoplastica primaria dipendono dal chirurgo plastico, come ad esempio una resezione eccessiva od insufficiente di cartilagine o di osso; altre sono legate al normale processo di guarigione che è variabile da paziente a paziente e sono rappresentate da un’eccessiva cicatrizzazione post-operatoria, da una saldatura irregolare delle ossa e delle cartilagini o da un’eccessiva flessione delle cartilagini.

Se il difetto estetico è grave la rinoplastica secondaria può venire in aiuto. La tecnica “open” richiede il posizionamento di innesti cartilaginei per ricostruire le strutture che sono state asportate in eccesso nel precedente intervento. Il sito donatore da cui più frequentemente viene prelevata la cartilagine è il setto nasale: nel caso in cui il setto non sia più presente, come spesso accade in pazienti che si sono sottoposti a più interventi di rinoplastica, la cartilagine può essere prelevata dalla conca dell’orecchio, attraverso una piccola incisione nascosta dietro l’orecchio.

Tale prelievo non modifica la forma del padiglione auricolare. In casi più complessi può essere necessario prelevare la cartilagine dalle coste attraverso una piccolissima incisione sul torace. L’intervento di rimodellamento secondario del naso non prevede l’utilizzo di tamponi nasali e termina con l’applicazione di cerotti e un piccolo gessetto sul dorso del naso e con l’inserimento all’interno delle narici di due lastrine in silicone.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :