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Ripartiamo dalle “banalità” (di Felice Resmini)

Creato il 17 gennaio 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

 

Siamo alle solite con ministre, ministri, presidenti, assessori regionali, provinciali e comunali onnipotenti che si credono padroni del vapore. Mi riferisco, all’ultimo caso, al comportamento tenuto dalla Ministra De Girolamo ma potrei  parlare  dell’Aquila post terremoto o della Ministra Cancellieri, graziata da Letta e compagnia, o di tanti altri politici che sono ancora all’”asciutto” solo perché non hanno ancora avuto l’occasione giusta. Di fronte  a questo sfascio istituzionale mi permetta qualche riflessione per riaffermare  delle “banalità”. Di dire per esempio che vogliamo un Paese dove chi si mette in politica, oltre a non essere indagato, sia moralmente irreprensibile. Di dire che la politica non deve essere una professione. Di dire che chi è in politica non deve proporsi come affarista né difensore del  proprio clan e dei propri interessi personali e familiari. Purtroppo in Italia vi è una questione morale irrisolta. Ebbene, si, la questione morale di vecchia memoria. Per chi lo avesse dimenticato questa locuzione nasce ai tempi di Berlinguer e del suo P.C.I. Era un manuale ideale che indicava come deve comportarsi un politico. Sono passati tanti anni da allora e, oggi, possiamo affermare, per quanto mi riguarda con molta amarezza e nostalgia, che la moralità come arma  politica paga molto poco nel nostro bel Paese. Non si spiegherebbero, altrimenti, vent’anni di berlusconismo. So che tutti sono d’accordo sulla necessità di non coltivare gli interessi personali   e degli amici. In teoria. Nella pratica quotidiana  tutto questo è meno scontato (De Girolamo e Cancellieri docet!). Deve passare l’idea o meglio la cultura che una volta eletti ci si impegni nelle istituzioni con la consapevolezza che la regola deve essere il  ritorno, a fine mandato, al proprio lavoro  e  alla propria vita senza aver cercato privilegi e vantaggi personali che magari il ruolo ricoperto ha potuto offrire. Ripartiamo, dunque, da queste “banalità”  Ripartiamo da una concezione diversa della politica  che sappia coniugare onestà e competenza. Probabilmente l’Italia diventerebbe  un paese migliore. Sarebbe auspicabile che destra e sinistra abbiano la stessa concezione morale delle istituzioni. Poi, su questa base comune, continuino a mantenere le loro differenza avendo come unico obiettivo il bene pubblico.

Soresina, 15 gennaio 2014   ,    Felice Resmini

Via Togliatti n. 1

26015 Soresina


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