“Un atto deliberato di provocazione da parte di Kigali”: è in questi termini che il portavoce del governo di Kinshasa, Lambert Mende, ha spiegato gli scontri intermittenti in corso l’altro ieri nel territorio di Nyiragongo, a una trentina di chilometri da Goma, capoluogo del Nord Kivu, confinante col Rwanda.
Molto probabilmente le cose stanno in questi termini. La prospettiva di successo del disarmo delle Fdlr (hutu ruandesi fuoriusciti) dispiace ad alcuni responsabili di Kigali.
E’ come se venisse tolto il pretesto con il quale, da sempre, vengono a raccogliere i frutti del loro saccheggio in Congo.
Consueta manipolazione di chi forse non si accorge neanche di esserlo.
Questo è il pensiero del portavoce di Kinshasa.
Bisogna anche precisare che incidenti del genere si verificano ciclicamente al confine, ma gli ultimi scontri hanno colto effettivamente di sorpresa, poiché è in corso il disarmo delle Fdlr, che ufficialmente è da sempre richiesto da Kigali”.
La società civile del Nord Kivu, visto l’andazzo, ha sollecitato il coinvolgimento della comunità internazionale, che deve smetterla di fare orecchie da mercante.
E sappiamo anche cosa sottende un tale stile dinanzi a morti ripetute. Grossi interessi che allettano molto di più dell’incolumità di alcuni poveri neri che, per altro,in quanto prolifici, non hanno certo problemi di natura demografica.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)