Dopo la speranza espressa dal titolare del ministero dell'economia a proposito del debito pubblico che, secondo il ministro, sarebbe destinato a scendere ( ipotesi assai discutibile e della quale abbiamo parlato qui), vale la pena segnalare un'altra perla di saggezza detta dal Ministro Padoan, che afferma:
"I rischi per l'Italia non crescerebbero con una Grexit [...] L'Italia ha significativamente rafforzato la propria posizione ed è aumentata la fiducia soprattutto da parte del mercato. I fondamentali dell'Italia si sono rafforzati e la cosa l'ha riconosciuta anche la Commissione europea". (Fonte: Milano Finanza)
Tralasciamo la seconda parte delle affermazioni di Padoan che, pur commentandosi da sole, abbiamo ritenuto di dover spendere qualche parola anche noi (lo abbiamo fatto QUI, ma anche altrove), e concentriamoci sulla prima parte, e cioè sul fatto che, secondo il ministro: " I rischi per l'Italia non crescerebbero con una Grexit". Tesi, neanche a dirlo, assai discutibile, per non dire inverosimile.
Intanto, andrebbe ricordato che secondo i conteggi effettuati da Barclays qualche settimana fa, l'Italia, in caso di uscita della Grecia, rischierebbe di subire una perdita di ben 61 miliardi di euro, che rappresentano quasi il 4% del PIl. Niente male per un paese con le pezze al culo; e questo, già di per se, sarebbe sufficiente a superare l'infallibile ottimismo del ministro dell'Economia.
Scondo Barclays la perdita per l'Italia sarebbe così determinata:
- 10 miliardi di prestiti bilaterali;
- 4,8 miliardi derivanti dalla partecipazione al Securities markets programme del 2012;
Tanto per cominciare ho , mai domate) l già segnalato che, nelle ultime due settimane, proprio in concomitanza con il riaccendersi delle tensioni tra Grecia e Ue (per la verità, da anni
o spread dei Btp italiani sul bund tedesco è aumentato del 40%, e non mi sembra roba da poco. Soprattutto in un contesto caratterizzato dagli acquisti massicci da parte della Bce.
Non ci sono dubbi sul fatto che oggi la situazione sia diversa rispetto al 2012, ma non per questo immune da pericoli reali e concreti.