Sapete, a volte capita che quando torno a casa dopo un viaggio, ci penso e mi domando:"che cosa facevo sabato scorso (ieri, una settimana fa ecc), a quest'ora?.." Ecco, nello scorso weekend ero in Trentino, a mungere le mucche in montagna. Sono stata ad #albeinmalga, insomma. Bellissima iniziativa, soprattutto per noi, abitanti delle grandi (e piccole) città, perfetti "prodotti della civilizzazione" di cui i figli spesso sono convinti che "le patate crescono dal fruttivendolo e il latte è prodotto nel supermercato". No, magari non è tutto così tragico, ma diciamo la verità, quante volte vi siete avvicinati davvero alle mucche (capre, pecore, galline ecc), e non parlo di avvistamenti dal finestrino della macchina.
Una delle mie caratteristiche fondamentali è la curiosità. Sono curiosa come una scimmia, voglio sempre sapere dove, come, cosa, quando, perché; voglio fare le esperienze e provare le sensazioni. Perché lo dico? Perché #albeinmalga è un sacrificio: bisogna alzarsi alle 4.30 del mattino per stare in malga alle 5-5.30, e camminare, camminare: mica ci sono i pulmini che vi portano su! Ed io l'ho fatto volentieri, senza nemmeno pensarci. Anche il tempo è un'incognita, infatti, ha pioviccicato tutta la mattinata. Ma io mi porto dietro il sole, sapete, e alla fine ce l'ha fatto, ed è stata una bellissima alba!
Di quel weekend ci sarebbe molto da raccontare, e lo farò, ma adesso volevo solo fare una piccola introduzione alla ricetta di ispirazione #albeinmalga. In tarda mattinata dello stesso giorno siamo andati a fare una passeggiata in montagna, ed io non ci andavo da un anno, e mi mancava, girare per i sentieri tra i boschi, raccogliere le piccole fragoline profumate e i lamponi selvatici, avvistando, magari, un fungo qua o là, o una qualche bacca sconosciuta. Per farla in breve, lungo il nostro cammino c'erano tantissimi lamponi e fragoline di bosco, e quante ne ho mangiate non si può dire. La montagna per me è questo: i sapori e i profumi di frutti della natura, il piacere primordiale di coglierli uno ad uno e di mangiarli li, sul posto, senza lavare ne aggiungere crema, zucchero ecc.
Ed ecco che da quell'esperienza è nato un risotto con i lamponi, mantecato con il formaggio di malga (o comunque, della zona).
Risotto al Puzzone di Moena e lamponi gialli
150 g di riso Vialone nano
1 piccolo scalogno
20 g di burro
100 g di Puzzone di Moena
100 g di lamponi
1/2 bicchiere divino bianco (anche bollicine)
sale
mix di pepi (bianco, nero, verde e rosa)
- sbucciare lo scalogno, tritare finemente e soffriggere dolcemente in metà del burro
- aggiungere il riso e farlo tostare per 1 minuto, poi versare il vino e lasciarlo evaporare
- cuocere il risotto, versando un mestolino di acqua bollente, uno per volta, e girare spesso
- verso fine cottura aggiungere metà di lamponi e mescolare bene, regolare di sale e di pepe
- tagliare il formaggio a cubetti e mantecare il risotto, aggiungendo il burro rimasto
- servire, decorando con i lamponi e una spolverata di pepe