Con i fondi immobiliari è possibile investire nel mercato dei beni immobili senza la necessità di occuparsi in proprio della gestione di case e dei relativi impegni fiscali. Con questi tipo di fondi l’investimento è reale e non finanziario, per cui non subisce le oscillazioni del mercato azionario e obbligazionario.
I fondi immobiliari sono fondi chiusi e non vanno confusi con i fondi comuni azionari che investono in azioni di società immobiliari. I fondi immobiliari infatti permettono di investire in case, negozi, centri commerciali, uffici, ma anche in alberghi, villaggi turistici, teatri e persino in case di riposo. Possono investire anche in attività che riqualificano aree industriali dismesse, oppure che recuperano importanti patrimoni edilizi dimenicati. I fondi sono gestiti da una Sgr (Società di gestione del risparmio) il cui patrimonio è separato da quello del fondo stesso.
I vantaggi principali riguardano la partecipazione del risparmiatore, che può avvenire anche con
versamenti minimi di poche migliaia di euro, la diversificazione per tipologia e per area territoriale e la gestione professionale di un patrimonio immobiliare, impossibili da effettuare per un piccolo investitore.
Di contro abbiamo commissioni e spese abbastanza alte e la poca trasparenza nella gestione del fondo, che provoca incertezza di calcolo di performance nel momento in cui si decide di liquidare le quote prima della scadenza. I fondi immobiliari sono soggetti a commissione di sottoscrizione e di gestione annua, ed anche a commissioni di performance (di solito del 20% del risultato eccedente il rendimento).
Per quanto riguarda l’aspetto fiscale, il decreto legge del 25 giugno 2008 ha di molto aumentato la tassazione rispetto alla legge precedente. Infatti dal 12,50% la ritenuta è stata portata al 20% a titolo di imposta calcolata sulla differenza tra il valore di liquidazione o di riscatto ed il costo di acquisto o di sottoscrizione. Il prelievo avviene al momento dell’operazione di realizzo.
Il rendimento dei fondi immobiliari è dato da:
> la plusvalenza da cessione, data dalla differenza di prezzo dell’immobile tra l’acquisto ed il momento della vendita;
> i ritorni periodici dati dagli affitti che offrono rendimenti medi compresi tra il 6 ed il 7%, e questo senza rischi, in quanto gli affittuari sono sempre di altissimo livello.