Non nascondo che il mio ultimo articolo avesse un obiettivo polemico abbastanza preciso. Anche se non esplicitamente nominate, le persone che avevo individuato come possibili referenti della mia analisi si sono fatte vive o in modo diretto (che poi è il modo più civile), intervenendo nella discussione sottostante, oppure insistendo a lanciare i loro risibili strali al mio indirizzo senza affrontarmi direttamente nello spazio che io stesso avevo predisposto al confronto. Poco male. Dato che si tratta, come accennavo, di argomenti risibili, non è necessario diffondersi oltre.
Piuttosto, un breve corollario a questa vicenda sulla scorta di un prezioso suggerimento di lettura inviatomi dall’amico Franz Mozzi [QUI]. È una notarella utile soprattutto a chi, parlando di certi argomenti, vorrebbe eccellere in distinzioni sempre molto democratiche e tolleranti. Del tipo: eh, ma guarda che ci sono anche tanti aspetti positivi da sottolineare e la cosa può essere vista da molti lati e generalizzare è sbagliato e comunque la censura, qualsiasi censura, ma proprio qualsiasi-qualsiasi-qualsiasi censura è ideologicamente scorretta e quindi SEMPRE dare la parola a tutti, ma proprio a tutti-tutti-tutti e su tutto-tutto-tutto. Anche se poi, a quelli, nessuno pensava di togliergliela, la parola. Ed ecco infatti che già avere la parola non basta, ché ci vuole un megafono, una piazza, un CineForum. I famosi libertari fasulli di cui si diceva, insomma.
At the risk of seeming nasty; Having a fascist organization without all of the anti-Semite rhetoric and associated hero worship for Adolph and Benito (and of course any of their Literary Stars) it is a bit like having taken all of the big terds out of excrement soup and then calling everyone to the table to enjoy meat ball stew.