Mi immergo poco convinta in questa folla che si agita, pulsa e non si ferma
in questo respiro all’unisono
che mi fagocita senza pietà.
Ma in un attimo sono di nuovo la ragazzina che 12 anni fa varcò per la prima volta la porta di ferro e metallo, con la libertà e la vita negli occhi.
E riscopro cose di me che credevo perdute
per sempre,
sono sempre io
quella che si è rialzata ancora
e ha reinventato da capo la vita.
Facce amiche mi proteggono
e tra le grida ci ritroviamo, fratelli come in ogni giorno
di questa fottuta vita,
che abbiamo combattuto e ricostruito insieme.
Riconosco me stessa in ogni viso, sconosciuto eppure sorridente,
colgo le differenze
con certe realtà
e mi chiedo….
…come posso aver pensato
di esserne parte.
Il pensiero corre veloce indietro,
l’ultima apocalisse mi scorre negli occhi:
era inevitabile, per arrivare, per ritornare,
per liberare la testa, me stessa.
E i dubbi, dolore, tutto scompare per lasciare spazio alla me di un inizio estate
di 12 anni fa, che ritorna da un passato lontano.
Mi sento sul viso tutte le persone e le esperienze
ma gli occhi, gli occhi sono sempre quelli.
Si capovolge il mondo dell’esperienza,
eravate voi, non io, a sbagliare.
Posso fare ciò che voglio, essere chiunque desideri
e scegliere tra un mondo di esperibile e l’ombra di un manichino senza volto.
Mi porto dentro la solita rabbia di vivere,
quella che mi fa tornare sempre in piedi,
quella che mi ha fatto rialzare quando qualcuno mi ordinava di stare giù.
Sono una freccia scagliata verso il cielo,
il mio orizzonte finisce esattamente
dove i miei sogni possono arrivare.
Affondo le mani in questo universo…siamo noi,
siamo quelli che ci provano,
che se la vivono, nonostante tutto e nonostante tutti.
Siamo quelli che non si arrendono.
Siamo quelli che urlano arrabbiati, siamo quelli che sorridono.
E forse è proprio questo, che direi oggi ai miei tormentatori,
sottolineerei la differenza, la distanza…tra loro e me.
Sono tornata e ho scelto un mondo antagonista,
e non smetto di lottare, perché arrendermi non è per me.
E loro…loro sono tutto ciò che io combatto;
piccole menti chiuse, manichini, sacchi pieni di sabbia a forma di persone.
Arrendevoli personcine vigliacche che misurano il valore in base alla brillantezza,
che non vedranno mai oltre l’orizzonte dell’egoismo che li divora ora dopo ora.
Rifiuto in blocco questa visione, ancora, ancora e ancora…
Più avete tentato di rendermi
come voi, di convincermi che arrendersi era l’unico modo
più io mi sono scagliata, immersa, impegnata, ribellata.
Sono scappata e ora non potete
più incatenarmi.
Respiro in controcanto e all’unisono con
altre mille anime.
Siamo noi, che nonostante tutto conserviamo le nostre individualità,
che nessuno ha scelto per noi, ma che ci siamo costruiti
da soli.