Come la Chiesa condanna il nazionalismo estremo e le guerre, così si deve concludere che implicitamente condanna “le guerre finanziarie”, nelle quali la manipolazione delle monete nazionali diventa uno strumento attraverso il quale gli Stati impongono la propria supremazia o offrono i benefici ai propri cittadini a scapito dei più poveri.
C’è un intreccio inistricabile tra grande finanza, esercizio del potere e concorrenza tra i vari centri di potere.
E Papa Francesco stigmatizza la speculazione finanziaria, affrontandola prima dal punto di vista del grave riduzionismo antropologico e poi associandola alle crisi mondiali e quindi rilevando che una “finanza responsabile e un responsabile governo dell’uomo” sono incompatibili con una concorrenza per la supremazia degli Stati e con l’alleanza di fatto tra meccanismi impersonali della finanza internazionale e della politica internazionale.
Perché così non sia occorre un saldo sistema multilaterale e rinforzare la fiducia tra i popoli.
(Pietro Parolin - Cardinale - Segretario di Stato Vaticano)
Considerazioni espresse da monsignor Parolin in occasione della presentazione giorni addietro dell’ultimo numero della rivista Limes su “Moneta e Impero”, dedicato alla finanza internazionale, a palazzo Maffei-Marescotti, in Roma.
a cura di Marianna Micheluzzi ( Ukundimana)