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Ritorno alla vita

Creato il 24 giugno 2013 da Dragor

 

 

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   IL MEDICO è anziano, grande, biondo-grigio con la faccia rubizza, gli occhi azzurri e un paio di baffi da ufficiale di cavalleria. Sembra un chirurgo militare di quelli che ti amputano la gamba se hai un graffio al piede, o anche un Obélix in versione moderna. E’ seguito da un codazzo di interni che si dispongono in fila contro la parete e lo guardano come se fosse Dio. «Perché è dimagrito?» chiede accostandosi al mio letto. Sono da 1 settimana nel reparto epato-gastro-enterologico dell’Archet dopo 4 giorni in rianimazione a St. Roch. Lo guardo come se avesse due teste. “Forse perché non mangio” borbotto. “Le ho fatto una domanda!” tuona lui con voce terribile. « Perché è dimagrito?» A questo punto perdo la pazienza. «Prima di andare in Rianimazione sono stato 4 giorni senza mangiare e qui mi hanno tenuto a digiuno fino all’altro ieri. Le sembra un regime ingrassante?” sbotto. Lui strizza l’occhio all’interna più carina, che diventa tutta rossa. «Prima di venire qui è stato 4 giorni senza mangiare.» Poi si rivolge a me. «Il suo dimagrimento è troppo importante. Le daremo un integratore alimentare.» Strizza di nuovo l’occhio all’interna, che diventa ancora più rossa. «Gli diamo un integrativo alimentare. » Accenna ad andarsene con la sua corte, ma lo trattengo. «Ehi, un momento. Quando posso uscire di qui?» «Domani.” “Wow!» Gli offro il palmo all’insù per un top-five all’africana. «Tope-là!» Lui sbatte il suo palmo contro il mio e per poco non mi fa cadere dal letto.

   SCRIVO QUESTE RIGHE sul balcone della mia casa nel Quartier des Musiciens. Le piante e i fiori sono uno splendore grazie all’impagabile Mme Giroud che se n’è occupata mentre ero in Africa. Mentre faccio colazione con una tazza di tè nero, un fragrante croissant e qualche toast con la marmellata, guardo gli edifici Art Déco, Art Nouveau e Secondo Impero della mia via. Tutto è cominciato là, rieccomi al punto di partenza. Non voglio fare programmi. Vivo nel presente, riscopro le piccole cose della vita che ho rischiato di perdere per sempre: il gusto del croissant intinto nel tè, una farfalla che si posa su un fiore, i suoni e i colori della mia Nizza. Per le grandi c'è tempo. Dédé mi dà la copia di Nice-Matin che è scesa a comprarmi. Dédé, cara Dédé, mi hai salvato ancora una volta. Dove sarei senza di te? Dédé forever.

Dragor


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