I.gli arcangeli
una normale famiglia, con normali problemi, la solita routine e tutto il resto. fino a che l’impensabile non entra nelle loro vite, passando direttamente per la porta d’ingresso. se poi questo elemento perturbante ha la faccia di un teen-ager butterato di periferia, allora la cosa diventa veramente inquietante. esseri picchiati, imbavagliati, costretti al silenzio sotto costante minaccia di un coltello, violati e violentati in casa propria, da un wild bunch di bulletti che hanno scambiato Haringey, Londra, per il far west va molto al di là del perturbante. potrebbe sembrare un Funny Game- cui ormai abbiamo fatto il callo- e forse lo è, ma c’è molta dimestichezza col mezzo, e si vede. Williams è ben consapevole di sfornare un guilty pleasure senza nessuna velleità psico\sociale (il degrado urbano, e quel che ne deriva, è assunto come dato di fatto, e basta) ma con molta, moltissima attenzione alla struttura drammaturgica: il dialogo iniziale tra marito e moglie, i rapporti di forza o coercizione tra i membri della gang, i discorsi intorno al nulla prima della mattanza, l’irruzione delle amiche e conseguente twist. fino ai tesissimi, drammatici, visivamente terribili minuti finali, quando il nostro alza un po’ il tiro e ci lascia di stucco a fissare i titoli di coda mentre un pianoforte inizia a suonare.
titolo originale: Cherry Tree Laneun film di Paul Andrew Williams2010
The Children
II.gioco a somma zerodue famiglie riunitesi per trascorrere le vacanze di natale tutti insieme, avranno non pochi problemi con i loro bambini. lo spunto è quello collaudato, quasi storico, di Ma come si può uccidere un bambino?, riaggiornato ai tempi moderni e contaminato con Il villaggio dei dannati: la messinscena è pregevolissima e intrigante e la tensione non cala nemmeno per un secondo. Shankland, alla sua seconda prova, fa decisamente centro, lasciando sullo sfondo le motivazioni razionali e puntando tutto sulla costruzione narrativa, fondamentalmente facente perno sulle dinamiche inter e intra-personali: così i contrasti latenti tra le due madri, che sono tra loro sorelle, vengono fuori con dirompenza dopo un iniziale (e ipocrita) idillio; oppure il difficile rapporto tra Elaine e la figlia adolescente (con annessi e connessi) che trova compattezza e solidità di fronte all’incredibile situazione che si trovano davanti. situazione che viene delineato con linearità e naturalezza, senza spingere troppo su nessuno specifico pedale ma mantenendo costante la narrazione per un gioco incrociato di ‘addizione-sottrazione’ fino ai durissimi, crudi minuti finali, nei quali non possiamo far altro che sperare, assieme ai protagonisti, che i cattivi muoiano, e fa niente se questi cattivi hanno i volti angelici di bambini di otto anni.
titolo originale: The childrenun film di Tom Shankland2008