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Ritratti in pillole [borderline: gioventù bruciacchiata (parte II)]

Creato il 01 settembre 2011 da Einzige

Ritratti in pillole [borderline: gioventù bruciacchiata (parte II)]Eden Lake
I. eenie meenie minie moe
succede che nell’amena località lacustre scelta dalla deliziosa, promettente giovane coppia di fidanzatini (lui vuole cogliere l’occasione per chiederle la mano), siano soliti bighellonare anche i giovani del luogo, con l’immancabile seguito di musica a tutto volume, pitbull non proprio discreti e quella lingua da sbruffoni che proprio non riescono a tenere a freno; si capisce allora che ci possano essere degli attriti tra i due ‘gruppi’- gli adulti e i teenager- che si possa arrivare a frasi forti, dispetti, furti, ma per quello che sta per succedere non basterà un buffetto sulle mani. il film è un mescolio di carte: c’è la denuncia sociale- ché se giri un film sui violenti boys with the hood, non puoi non mettercela- quel tanto che basta per contestualizzare e dare vero-somiglianza, c’è una costruzione narrativa niente male che esplora le psicologie con pochi e semplici dialoghi, e poi c’è quel tocco di classe, quel quid che fa rizzare i capelli e che trasforma un onesto b-movie in un esercizio di pura crudeltà (il finale: da bocca aperta). i ragazzini reagiscono a una logica ben precisa (lex talionis), si comportano come un branco in preda a un isterico attacco di esibizionismo (d’altronde è l’era della filmabilità a ogni costo) che, all’occorrenza, può diventare anche ‘rituale’ (l’approvazione dei pari)e fanno davvero paura (due scene su tutte), gli adulti sembrano impotenti, intrappolati in quel senso civico che non sono stati capaci di trasmette e insegnare (ecco i risultati), neppure ai loro coetanei. un climax che fa veramente star male.
titolo originale: Eden Lakeun film di James Watkins2008
 F
II. fantasmi Ritratti in pillole [borderline: gioventù bruciacchiata (parte II)]il professor Anderson si prende una delle poche soddisfazioni del suo lavoro e metta una bella F (fail) al compito di uno dei suoi allievi; quest’ultimo, non esita un attimo, e gli rifila un pungo dritto in faccia. da questo momento in poi, la vita dell’insegnante cambia drasticamente in negativo: diventa apatico e paranoico sul lavoro, la moglie lo lascia e la figlia (per inciso, anche sua studentessa) lo considera un rifiuto da gettar via. per trascorrere un po’ di tempo con lei, Anderson non trova altro modo che farla stare in punizione: a scuola fino a tardi. ma proprio in una di queste sere, la scuola viene presa d’assalto da un gruppo anonimo e incappucciato di ragazzi in procinto di iniziare un massacro. riuscirà il grigio prof a salvare la figlia? da un canovaccio scarnissimo e potenzialmente iper-superficiale, Roberts riesce a cavare fuori un prodotto più che dignitoso che (vuoi forse anche grazie alla durata ridottissima) non manca in quanto a tensione e twist. le psicologie dei pochi protagonisti e delle dinamiche che tra loro intercorrono sono efficaci, puntuali, ma il vero punto di forza sono i “cattivi”. i ragazzi incappucciati sono dei mostri di perversione (azzeccato il segmento splatter sull’insegnante di educazione fisica), dei quali non viene mai mostrato il movente (ma ce n’è veramente bisogno?) né le fattezze, che si muovono come un branco assassini, senza alcuna logica- richiamo forse un po’ estremo ma concettualmente molto rappresentativo di alcune frange delle generazioni di bulli più recenti. 
titolo originale: Fun film di Johannes Roberts2010

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