Magazine Pari Opportunità

rivoluzionaria professionale

Da Wanderer @Inneres_Auge
1946. Costituente. 21 elette. 21 redattrici del progetto. 21 donne, grandi donne, con storie o leggende sulle spalle e negli occhi. Sono il laboratorio della politica. Fanno la conquista del voto. Hanno l'emozione e la forza della partenza. Apriranno la strada col furore e la delicatezza della propria identità femminile per nulla sottomessa e ci permetteranno di rivivere oggi quella testimonianza che molto significò per l'evoluzione della società umana tutta. Estella, consegnami la memoria, leggimi le vicende così come non potrei mai impararle a scuola. E lei mi riporta indietro nel tempo, fra gli aspri sentieri, con i garofani rossi contro i franchisti, nel folto della boscaglia, tra i nodi pungenti del campo di Ravensbruck, nella Parigi più buia, sui palchi e nelle aule alla conquista dei diritti e valori fondamentali quando si professava a voce alta e senza inutili timidezze la parità, il ruolo delle donne come l'apporto naturale di individui e soggetti integranti e integrati nell'intero panorama sociale. Oggi? Mi chiede lei… e io, distolgo la sua attenzione dalla pila di quotidiani sulla mia scrivania. Le faccio i nomi di madri, insegnanti, sindacaliste e scrittrici, lavoratrici che resistono, forti e costanti, nel loro impegno profuso per la tutela della dignità femminile, contro lo sfruttamento e l'oppressione e l'inferiorità. Mi ascolta e annuisce. Mi consiglia e mi rincuora. Mai abbassare la testa, mi ricorda. Mai accettare compromessi che ricaccerebbero le donne nell'inferno della passività. Abbiamo ancora addosso le impronte indelebili della mano del tiranno sul collo e sui fianchi. La guardo ammirata, ripenso ai titoli sui giornali, maschero la commozione con un colpo di tosse e ricopro con lo sciarpone il rossore che, lo sento già, sta risalendo a infiammarmi la gola… Oggi? Ci si vende per sopravvivere. Si solidarizza con un maiale e si manda al macello l'intera coscienza umana. Ma io non voglio inquietarla. Non voglio scalfire la sostanza eroica della sua esistenza e del suo impegno. Ne gratto via un pezzetto e lo lancio con vigore rinnovato… chissà che non arrivi ad esser seme nuovo e rinascita di ideali, parole vecchie, sempre nuove:

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Consultrice Cingolani Guidi. Ne ha facoltà. (Vivissimi applausi).
CINGOLANI GUIDI ANGELA. […] Ardisco pensare, pur parlando col cuore di democratica cristiana, di poter esprimere il sentimento, i propositi e le speranze di tanta parte di donne italiane: credo proprio di interpretare il pensiero di tutte noi consultrici, invitandovi a considerarci non come rappresentanti del solito sesso debole e gentile, oggetto di formali galanterie e di cavalleria di altri tempi, ma pregandovi di valutarci come espressione rappresentativa di quella metà del popolo italiano che ha pur qualcosa da dire (Applausi), che ha lavorato con voi, con voi ha sofferto, ha resistito, ha combattuto, con voi ha vinto con armi talvolta diverse, ma talvolta simili alle vostre e che ora con voi lotta per una democrazia che sia libertà politica, giustizia sociale, elevazione morale. (Approvazioni – Applausi)
Io amo credere che per questo e solo per questo ci abbiate concesso il voto. Io che ricordo il movimento pro-suffragio subito dopo la guerra 1915-18, ricordo anche perfettamente che l’impostazione del nostro diritto alla partecipazione attiva alla vita politica italiana fu proprio basata sulla rinnovata dignità della donna, maturata attraverso l’opera di assistenza e di resistenza, non naturalmente come premio della nostra buona condotta, ma come riconoscimento di un diritto della donna rinnovata nel dovere e nel lavoro. […]
E’ mia convinzione che se non ci fossero stati questi 20 anni di mezzo, la partecipazione della donna alla vita politica avrebbe già una storia. Comunque, ci contentiamo oggi di entrare nella cronaca, sperando, attraverso le nostre opere, di essere ricordate nella storia del secondo risorgimento del nostro Paese.
E vi dirò che forse è bene che noi entriamo nella vita politica in questa tragica ora che vive l’Italia. Noi donne che siamo temprate a superare il dolore e il male con la nostra operosità e con la nostra pietà, siamo fiere di essere in prima linea nell’opera di resurrezione a favore del popolo nostro. (Approvazioni)
Signor Presidente, Ella può contare sul nostro apporto per la ricostruzione del Pese. Non abbia timore, come si ebbe nella soluzione dell’ultima crisi, di una preponderanza femminile. Parole gentili, molte ne abbiamo intese nei nostri riguardi, ma le prove concrete di fiducia in pubblici uffici non sono molte in verità. Qualche assessore come la collega Velletri, qui presente, una Vice-sindaco come la nostra di Alessandria e qualche altro incarico assai, assai… sporadico: eppure nel campo del lavoro, della previdenza, della maternità e infanzia, della assistenza in genere e in quella post-bellica in specie, ci sarebbe stato modo di provare la nostra maturità e capacità di realizzatrici. […] Noi dunque vogliamo essere forza viva di ricostruzione morale e materiale: e possiamo farlo poiché siamo, tutte, lavoratrici. […] Il fascismo ha tentato di abbrutirci con la cosiddetta poltica demografica, considerandoci unicamente come fattrici di servi e di sgherri, sicché un nauseante sentore di stalla avrebbe dovuto dominare la vita familiare italiana. La nostra lotta contro la tirannide tramontata nel fango e nel sangue ha avuto un movente eminentemente morale, poiché la malavita politica che faceva mostra di sé nelle adunate oceaniche fatalmente sboccava nella malavita privata. Per la stessa dignità di donne noi siamo contro la tirannide di ieri come contro qualunque possibile ritorno ad una tirannide di domani. Oggi il governo del Presidente Parri, domani il governo democratico sorto dalla libera indicazione del popolo italiano, ci ha e ci avrà militi consapevoli, ardenti, piene di spirito di sacrificio.
Non so se risponda a verità la definizione che della donna militante nella vita sociale e politica è stata data: “la donna è un istinto in marcia”. Ma anche se così fosse, è l’istinto che ci rende capaci di far incontrare il buon senso col senso comune, che ci fa essere tutrici della pace.
Angela Cingolani Guidi 'Vogliamo ricostruire l'Italia' Il primo intervento di una donna in un'assemblea democratica nazionale nel nostro paese. Consulta nazionale 1 Ottobre 1945

Ieri per la prima volta nella storia politica italiana ha parlato in quest’aula una donna. Ecco un segno che vi è qualcosa di nuovo nella nostra democrazia.
La democrazia ha enormemente allargato le proprie basi, le ha raddoppiate. Le donne che finora ne erano escluse, possono oggi partecipare alla discussione dei problemi particolari della loro vita e dei problemi generali della vita del Paese. […]
[cita le consultrici già carcerate: Adele Bei, Teresa Noce, Elettra Pollastrini, le partigiane Garoia, Gisella Della Porta, Laura Bianchini, Claudia Maffioli, le cadute, come Vittoria Nenni]
L’onore di essere qui, a rappresentare le donne italiane, ci fissa però dei doveri. Vi sono dei problemi urgenti da risolvere, e noi donne comuniste chiediamo al Governo di dedicare ad essi la maggiore attenzione. Vi sono molte rovine in Italia, vi sono molte cose da rifare o da riparare. […]
Su questi punti; diritto al lavoro per le donne, provvedimenti contro il dilagare della dleinquenza minorile, scuola, assistenza ai reduci, ai partigiani, ai deportati, ai bisognosi in generale, noi pensiamo che non sia difficile lavorare assieme e fare un buon lavoro.
Vi sono tante miserie da eliminare, tante ingiustizie da cancellare, vi sono molti bimbi da educare, vi sono orfani ai quali si deve provvedere, persone che hanno perduto tutto e che hanno bisogno di una parola di amore e di comprensione che solo noi donne possiamo dare.
Il nefasto regime fascista ha lasciato un grande smarrimento e larghe tracce di immoralità in tutta la vita sociale. Compito nostro, delle autorità e delle organizzazioni popolari, è quello di riportare un po’ di ordine negli spiriti e nella vita del nostro popolo.
Noi comuniste siamo qui per questo e partecipiamo alla Consulta con questo intento. Noi partecipiamo alla vita politica nazionale e all’attività delle sue massime istituzioni per operare al bene e all’elevazione del nostro Paese.
Colleghe Consultrici, come abbiamo lavorato assieme durante il periodo dell’occupazione tedesca, sfidando assieme i pericoli, continuiamo a lavorare unite oggi nella ricostruzione, come lo fummo nella guerra di liberazione.
E così come abbiamo vinto la battaglia per l’insurrezione, vinceremo anche la battaglia per la democrazia, per la rinascita della nostra Italia.
(Vivi applausi)Rina Picolato 'Vincere la battaglia per la democrazia' Consulta Nazionale 2 Ottobre 1945A Teresa Noce 'Estella' e a tutte le grandi donne che vissero e vivono in piedi…È meglio morire in piedi che vivere inginocchiatiDolores Ibarruri Gomez la pasionariahttp://iofuoridalcoro.blogspot.com/feeds/posts/default?alt=rss

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