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Roba vecchia o risorsa di civiltà?

Da Mriitan @MassiRiitano

Roba vecchia o risorsa di civiltà?Mi scuso in anticipo, l’argomento non è di quelli che “tirano”, purtroppo aggiungo io, ma credo che prima o poi dobbiamo fare i conti con noi stessi, col nostro passato, e soprattutto col nostro futuro.  Il nostro Paese è al mondo in prima linea per quanto riguarda i Beni Culturali, non all’avanguardia, solo quantitativamente in prima linea. L’Italia è’ un grande parco culturale, un enorme agglomerato di bellezze artistiche e paesaggistiche da far invidia al mondo intero, se non sbaglio possiede oltre il 60% dei Beni Culturali del globo. Leonardo, Raffaello, Michelangelo, Brunelleschi, Bernini, Vanvitelli, sono noti nel mondo e il mondo avrebbe voluto fregiarsene come noi possiamo fare. Un osservatore straniero potrebbe (ingenuamente..) pensare che in questo Paese ci si nutra – non solo in senso metafisico – di questo, che gli Italiani siano stati in grado di sfruttare questa enorme risorsa, di creare lavoro, occupazione, di fare dell’accoglienza e della cultura il loro pane e di fare di tanta grazia un vessillo di civiltà da mostrare al mondo intero. Nemmeno per sogno! Le notizie che quotidianamente troviamo sui giornali vanno in ben altra direzione: “I restauratori Italiani vengono pagati 8€./ora e sono precari”, “Pompei cade a pezzi, oltre ad essere popolata di cani randagi”, “ lo Sposalizio di Raffaello spostato in emergenza per evitare danni permanenti causa infiltrazione d’acqua nei locali che lo ospitano”, e così via per la strada del delirio. Addirittura di recente è stata istituita una nuova imposta, neanche a dirlo sulla benzina, per finanziare i restauri dei siti archeologici che cadono a pezzi! Ma scherziamo? Se un sito archeologico è aperto, custodito, governato, gestito come si deve, si autofinanzia e crea ricchezza!

In un Paese che non è il nostro, certo… In Italia non c’è nessuno che abbia a cuore la conservazione della memoria storica-artistica-culturale, di questo nostro patrimonio, da un lato, ed abbia delle idee valide  per sfruttare tutto questo che tantissimi Paesi del mondo c’invidiano? In Parlamento, oggi come ieri, nessuno è mai stato abbastanza interessato, convinto, intelligente, capace da perseguire una strada di valorizzazione del patrimonio artistico e “sfruttamento” dello stesso a  vantaggio di espansione, di ricchezza, di creazione di lavoro? Evidentemente no, se sto qui a denunciarlo! E scusatemi se mi accaloro, ma la mia estrazione culturale, la mia istruzione è molto vicina a questi temi, quindi parlo di cose che un po’ conosco e non per sentito dire.. Addirittura, questo è il Paese della cementificazione selvaggia in zone di altissimo valore paesaggistico e ambientale, pensiamo alle costruzioni quasi in riva al mare o a ridosso delle bocche dei vulcani, gli esempi si sprecano. Il settore della cultura, dei Beni Culturali, del turismo culturale, potrebbe essere il settore trainante del nostro Paese, dando lavoro a milioni di persone, ed in maniera stabile e duratura, non parlo certo di lavori stagionali che sulle nostre coste tutte le estati vedono migliaia di persone chiamate a prestare la loro opera per 3/4 mesi quali camerieri, cuochi, autisti, ecc., parlo di ben altro! I musei sono spesso chiusi, con poco personale, con gli scantinati pieni di opere d’arte che nessuno vedrà mai, i siti archeologici ricettacolo di rifiuti e cani randagi, e via così! Altri Paesi con molte meno risorse hanno creato delle fortune! Con piccole statuette decantate come chissà cosa, ci hanno costruito immense fortune oltre ad una fama e a una immagine nota nel mondo, vogliamo parlare della Sirena di Copenaghen? Qui in Italia abbiamo città e paesi che sono dei musei a cielo aperto, gli stranieri che vengono a trovarci passeggiano col naso all’insù, e invece noi andiamo a testa bassa, al massimo fermandoci a leggere, ad altezza dì occhio, i messaggini d’amore che i fidanzatini si lasciano scritti a caratteri cubitali sulla facciata di un palazzo storico o sul braccio del dio greco di turno, magari proprio nel mezzo di una bella piazza di una qualsivoglia città turistica del nostro Stivale! Questa a-cultura,  questo imbarbarimento a cosa è dovuto? Eppure molti anni fa’, hanno dovuto istituire il “numero chiuso” nelle Università, perché in troppi volevano entrarci,  ma allora non siamo un popolo di analfabeti…PARE! Ma è altrettanto vero che di istruzione ed educazione in tal senso nelle scuole se ne fa’ poca (forse nulla…) e nelle famiglie anche meno . Basta leggere i programmi ministeriali (oltre alla reale applicazione poi..) di talune materie ritenute antiche o addirittura inutili! Un male tutto nostro, è certamente quello di non percepire la “cosa pubblica” come bene di ciascuno, la strada e monumenti devono essere percepiti anche un po’ nostri per dedicargli le attenzioni che dedichiamo alle cose che abbiamo dentro casa nostra, altrimenti le cose non funzionano. I Paesi del nord Europa posso darci lezioni “alte” in questo senso, non neghiamolo! Questo a noi manca, forse è proprio da qui che bisogna partire per costruire il futuro prima che il passato vada in pezzi e senza il quale non si edifica alcun domani per i nostri figli.

Nanni

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