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ROBBIE ROBERTSON - ST - [1987]Il primo valtzer del sig. R...
Creato il 05 ottobre 2010 da RestoinascoltoIl primo valtzer del sig. Robertson
Piacevole e appagante è il condividere delle novità musicali. Ma quando mi trovo a rispolverare un vecchio disco starei volentieri seduto insieme ai miei amici a parlarne per ore: "oh ma te la ricordi quella canzone?!" ... "e l'attacco di chitarra di quell'altra?" Lo farei di buon grado anche per questo album del lontano 1987. Robbie Robertson, ex The Band, ritorna sulle scene con il suo primo lavoro omonimo da solista. Quelli erano gli anni in cui Daniel Lanois aveva la bacchetta magica e produceva The Unforgettable Fire e aiutava Eno in The Joshua Tree, di lì a poco siedeva dietro la consolle di Yellow Moon dei Neville Brothers e Oh Mercy di Dylan (album che meriterebbero ricordi più approfonditi). Anni in cui Bono era in piena fase mistica, gli U2 sfornavano capolavori unodietrolaltro e Peter Gabriel era al top della sua carriera solitaria. Robertson, dunque, fiutato l'"affare", se ne va in giro con Lanois a ingravidare artisti per partorire collaborazioni, che puntualmente arrivano. Nascono così le scritture di Sweet Fire of Love a quattro mani con gli U2 e più in generale le ottime partecipazioni di strumentisti di alto bordo quali Manu Katchè e Toni Levin (a quei tempi entrambi in forza al Peter Gabriel team) che con la loro sezione ritmica, donano alle canzoni un'atmosfera low-fi e mistica, ideale per evocare gli spiriti del grande Manitù. (Forse non tutti sanno che) Robertson, di madre indiana, non ha mai dimenticato le sue ceneri natìe, (tanto da realizzare nel '94 un album dal titolo Music for the Native Americans ), così che le sonorità presenti nelle 9 tracce dell'album, pure grazie alla sua voce, a volte sembrano voler evocare i sacri spiriti delle terre indiane. Da ascoltare e riascoltare, dunque, l'iniziale Fallen Angel e Broken Arrow con Peter Gabriel ai cori e alle tastiere, il singolo Showdown at Big Sky (che Robertson presentò anche a Sanremo di quell'anno) il talkingblues di Somewhere Down The Crazy River e il rock sotterraneo di stampo Cougar di Hell's Half Acre Tutte canzoni, queste, che girano nel mio lettore ancora con stupore e meraviglia e che conservo con devota gelosia. Ricordando e godendo.
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