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Robert Gligorov

Creato il 22 marzo 2013 da Sergiomandelli

Robert Gligorov è nato a Kriva Palanka, in Macedonia nel 1960. Dopo un’infanzia alquanto turbolenta, conosce, ancora  giovane, uno straordinario successo come modello per fotoromanzi, cosa che gli permette l’accesso anche alla pubblicità e al cinema. Contemporaneamente coltiva la passione per il disegno. Alla fine, con i soldi che ha messo da parte si dedica a tempo pieno al fumetto.
Nel 1988 arriva il primo contratto, un libro di 64 pagine pubblicato dalla casa editrice francese Albin Michel. E inventa le strip-clip, fumetti che commentano le canzone più in voga e che vengono pubblicate da riviste famose. Fra l’altro ha l’idea di trascrivere nelle sue strisce un  album di Sting, “Nothing like the sun”.
Il suo destino conosce una seconda svolta clamorosa quando il celebre cantante arriva a Milano per un concerto e Gligorov ha l’ardire di cercarlo in albergo per mostrargli le sue strip-clip. Sting – lui stesso esperto disegnatore – rimane colpito. Da quel momento i due diventano grandi amici. Questa frequentazione prestigiosa gli apre tutte le porte, cosa che gli permette di realizzare una seconda carriera decisamente redditizia.
A questo punto Robert è diventato un esperto disegnatore e pittore, gestisce con esperienza un set fotografico, conosce i segreti dello star system. Decide di fare l’artista, ed è subito un successo.
Anche se nel corso del tempo utilizzerà diversi strumenti per esprimersi, i suoi lavori – per circa un decennio – si concentrano su alcuni temi forti: il corpo, l’erotismo, l’identità personale, il passaggio del tempo. Si inserisce perciò in quella corrente internazionale che dalla Body art degli anni sessanta in poi si sviluppa attorno alla riflessione sull’identità della persona e sulla mutazione del corpo umano. La riflessione di Robert Gligorov, pur partendo dai dati della sua biografia, ha però come orizzonte l’intero universo.
La sua opera, volutamente dura e a tratti insopportabile – ma che conosce anche momenti di grande dolcezza e di poesia – impone all’osservatore una cruda meditazione sull’esistenza dell’uomo e sul destino di comune sofferenza che coinvolge tutto il creato.


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