Puntuale come sempre, a partire dalle ore 20:10 l’appuntamento all’insegna del talk show di RaiTre condotto da Fabio Fazio, Che Tempo che fa. Ad aprire la serata, l’Étoile del Teatro alla Scala, primo ballerino italiano ad essere stato nominato Principal Dancer dall’American Ballet Theatre di New York; reduce da uno dei balletti più amati del repertorio classico: Giselle, Roberto Bolle che, si siede di fronte a Fazio, per raccontarsi. Elegantissimo, bello, un sorriso smagliante e tanta soddisfazione per la sua eccellente carriera. È un simbolo dell’Italia di cui siamo orgogliosi, quella del talento e del sudore, senza scorciatoie. Ma dietro il ballerino, famoso nel mondo, c’è Roberto che ricorda con dolore i primi tempi a Milano quando all’età di undici anni si sentiva solo – “Non mi pesavano i corsi, le lunghe ore di lezione. Mi pesava quello che veniva dopo: aspettare da solo la mensa serale, rientrare da solo a casa della vecchia signora dove abitavo, chiudermi da solo nella mia stanza a fare i compiti. Ero poco più che un bambino, mi mancavano i miei ge
nitori, i miei fratelli. È stato un periodo difficile, molte volte avrei voluto tornare a casa, però la passione per la danza e questo sogno sono risultati più forti”.
Oggi, quelle lacrime sono solo un ricordo di cui esssere fieri, mentre miete successi in tutto il mondo, vivendo sei mesi all’anno in America e riuscendo sempre ad entusiasmare il pubblico. Un ragazzo giovane che interpreata i più importanti balletti classici, miti del passato, da “Il lago dei cigni” a “Bayadère”, da “Excelsior” a “Giselle”- “Giselle è un capolavoro, bello da vedere, tutti questi balletti hanno una qualità artistica nella coreografia e nella musica che si aggiunge e oggigiorno anche i ballerini sono molto più evoluti, con qualità fisiche e tecniche rispetto a dieci anni fa. C’è una continua evoluzione nelle capacità tecniche, un atletismo molto più sviluppato che però rimangono nella bellezza magica, eterea, pura che li rende immortali”.
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“La danza è cultura. L’Italia deve investire – prosegue Roberto – non avendo più risorse governative da parte del
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Generosità, semplicità, spirito di sacrificio, impegno, lavoro. Ma prima di tutto umiltà, è quello che traspare da questo giovane talento che vuole regalare al suo pubblico l’eccellenza. Roberto ci racconta il feeling e le esperienze di una vita sul palcoscenico con un solo obiettivo, lasciare una memoria emotiva, perché la danza dura
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Questo è il segreto dell’ambasciatore del talento italiano che fa registrare sempre il tutto esaurito, la ricerca continua del filo che unisce, firmato dalla passione e noi dobbiamo ringraziare colui che ancora, nonostante la politica è il portavoce di quella cultura e l’arte, legate al passato, che forse non avranno avvenire.