Giornalista, regista, scrittore, o solo pettegolo, irriverente e impertinente?
Sicuramente, fuori dal comune, un personaggio, il fondatore di Dagospia.com, sito di attualità e gossip tra i più cliccati della rete, ospite a Matrix, nuova edizione, condotta da Alessio Vinci.
Apre bocca e…”il sito nasce contro quei dieci che, ogni mattina scrivono e vogliono consegnare la verità al mondo”!
Dopo dodici anni in banca, si è ritrovato critico musicale, di moda e infine in TV. Ora, un nuovo capitolo della sua vita, legato alla tecnologia, che a differenza della stampa tradizionale, è la libertà perchè la notizia è immediata, va in rete in tempo reale.
“Non ho ucciso i giornali, si sono suicidati da soli, grazie ad Internet, che ha permesso l’inizio di una nuova lettura: mobile, più adatta ai lettori, e che mi concede di non essere schiavo di un padrone”. – “Ormai, me lo posso permettere, non ho più ambizioni, quello che è fatto è fatto, mia moglie mi mantiene, il frigo è pieno, posso stare tranquillo”!
Un sito dedicato allo scoop e ai pettegolezzi sui personaggi del mondo dello spettacolo, cultura, sport, politica e società, perché il gossip è comunicazione pura, non ha contenuti ma fa notizia, e poi nascosto c’è il senso dl vero, spiattellato in modo diretto, semplice e di facile comprensione.Svela un retroscena: “La mia idea di sito era di raccontare i fatti degli altri. Chi va a cena con chi, chi va a letto con chi, soprattutto… la finanza, la politica e l’economia le avrei tenute fuori volentieri. Poi però arrivano le notizie e io non posso non pubblicarle…”
E’ uno spazio web, che finge di essere rozzo, ma che ha imposto la sua lettura a tutti, ha contaminato il giornalismo che ha “imburcato” l’informazione ma, l’Italia vuole la verità, c’è bisogno, e le denunce arrivano, numerose, ma passano, tentano di chiudergli la bocca ma, lui si impegna, perché: “Il più pulito, di quelli che hanno il potere cià le piattole”!Dietro un successo, c’è sempre un gran lavoro, e lui sta al computer dieci, dodici ore al giorno, in una stanza strabordante di oggetti, un museo che è un po’ un delirio, una sorta di proiezione del sé, con tantissimi simboli dei suoi sogni e delle sue perversioni, ed è lì che prende forma il suo brand, la notizia che neanche la testata più nota oserebbe dare.
La formula di tanto successo è semplice: togliere la melassa dei condizionamenti e dare la notizia.
Ed ecco la corsa dei vip o presunti tali per entrare nello spazio virtuale di Cafonal, che mostra la parte cafona della nostra società, che è poi quella prevalente. Personaggi che contano insieme a venditori di chiacchiere, e ovviamente immancabili belle curve di starlette patinate, con le ammutinate del botox che si riconoscono, ormai, solo dalla voce.Tutti ‘Razza Cafonal’, ovvero un truce ritratto della zoticaggine dei potenti e delle loro cadute di stile, chi s’ingozza, chi balla, che si “rifà”, attovagliata alle feste che accadono di solito in un palazzo romano, normalmente proprietà di qualche aristocratico papalino o di qualche arricchito a base d’appalti pubblici e speculazioni edilizie. Ma tutti, tutti, farebbero follie per entrare su ‘Dagospia’, nella foto-cronaca del trash, tutti vogliono un commento al vetriolo del giornalista e uno scatto del fotografo dei vip, perché non c’è nulla di peggio che l’anonimato. Tutto semplice, dunque, prendi un difetto, lo moltiplichi e diventa divertente, nascono allora: Catalessio (Alessio Vinci), il Kainano (Silvio Berluscono), Santadechè ( il ministro Santanchè) e ancora, Lapo d-ance ( Lapo Elkan) ed Emilio Fedele (Emilio Fede).
‘’Se ieri speravamo in un futuro migliore, oggi speriamo in una malavita migliore’.
Un personaggio dei nostri tempi, eccentrico, irriverente che ha dato via libera al genio – “Ma, non è vero, il genio è solo uno che lavora più di te”!