L’anno scorso, con un post dal titolo “Pensar male” e “pensar bene” (Malvino, 18.4.2012), ho rigettato l’accusa di essere un “malpensante” rivoltami da Giovanni Fontana, contestandola in radice, sull’improprietà del termine. Concludevo in questo modo: «Ogni volta che “penso male” di qualcosa o di qualcuno faccio esercizio di un sospetto che è metodo scettico applicato alla logica interna a un sistema: formulo un giudizio negativo o esprimo una cattiva opinione non già sul piano morale ma su quello logico, sicché non dico mai “questa tal cosa (questa tal persona) è cattiva”, ma “forma o sostanza di questa tal cosa (affermazioni o azioni di questa tal persona) non mi convincono della ratio che ostentano”, e dunque il mio sospetto non si appunta mai su ciò che le rivelerebbe “cattive”, ma su quanto, a mio parere, sempre argomentato, le rivela intrinsecamente contraddittorie, dunque soggette ad implosione logica».Ripensandoci, potevo essere più sintetico. Potevo dire: «Annuso: se sento puzza di ipocrisia, faccio abuso di sincerità». La sintesi, però, comporta sempre un rischio e, in questo caso, ciò che in quel post era “contraddizione” sarebbe diventato “simulazione”, termine che implica un connotato morale del tutto irrilevante sul piano logico, e ciò che era “parere argomentato” sarebbe diventato “fiuto”, che è la piena negazione dell’argomentare. Con la sintesi, insomma, avrei corso un serio pericolo.Troppo complicato? Sarà il caso di fare un esempio.Quando Roberto Saviano ha rifiutato la candidatura offertagli da Marco Pannella, ho affidato a questo tweet il mio commento:
“Malpensante”? Macché. Date un occhio a questa coltellata.
Peggio che sentirsi dare del cretino: Saviano è reo di “concorso esterno alla mafiosità criminale del nostro Stato e dei suoi massimi responsabili”, per aver fatto cosa? Per non aver reso onore alle flebo di Pannella. Il mio era “fiuto”? Macché, ore ed ore, giorni e giorni, mesi e mesi di studio sugli audiovideo dell’archivio di Radio Radicale. Un’analisi seria e rigorosa, altro che naso.“Fiuto”, piuttosto, può dirsi quello di Saviano, che ha dedicato il suo studio ad altre organizzazioni: è nel suo caso che possiamo parlare di naso, finissimo peraltro. Immaginatevi, infatti, se avesse detto sì alla candidatura nella “lista di scopo” con la quale Pannella e il suo cerchio magico stanno tentando di non lasciare a secco la cassa: ora si trovava a fare la Cicciolina, strusciando una tetta sul loden di Monti e implorando Casini di chiudere un occhio.