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Robot/ Una rete wireless per controllare i robot sottomarini Concluso il progetto Underwater Acoustic Network

Da Redazionetitel @titelonline
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Robot/ Una rete wireless per controllare i robot sottomarini Concluso il progetto Underwater Acoustic Network

Wi-Fi Alliance logo

Image via Wikipedia

Il robot sottomarino protagonista del progetto europeo Uan (fonte: Centro ricerche ‘Piaggio’)

Una rete wireless per controllare robot sottomarini: è questo il risultato del progetto europeo Uan (Underwater Acoustic Network), coordinato dall’Italia con Andrea Caiti, del centro specializzato in robotica ”Piaggio”, dell’università di Pisa.

I ricercatori hanno lavorato a un progetto finalizzato alla realizzazione di reti wi-fi capaci di controllare robot sottomarini per realizzare sistemi per la sorveglianza di siti subacquei ad accesso limitato in ambito civile e militare, come quelli delle aree marine protette o di interesse archeologico, infrastrutture industriali, portuali o logistiche in zone costiere. ”La comunicazione sotto la superficie del mare – spiega Caitio – è problematica e condizionata da fattori variabili, come l’oceanografia locale, la temperatura, il grado di salinità dell’acqua e la profondità. I nostri robot sono in grado di costruire reti di comunicazione acustica sottomarina efficaci, che potranno essere utili per realizzare sistemi per la sorveglianza di siti subacquei ad accesso limitato – come quelli delle aree marine protette o di interesse archeologico, di infrastrutture industriali o portuali lungo la costa – e allo stesso tempo capaci di misurare parametri importanti per il controllo dello stato di salute dell’ambiente marino, come temperatura, salinità e inquinamento dell’acqua”.

I primi esperimenti del progetto sono stati condotti nell’isola di Pianosa nel 2010, in seguito i robot sono stati impiegati in Portogallo e a Genova, infine la prova conclusiva si è svolta nei fiordi della Norvegia, dove è stato utilizzato il robot ‘Folaga’, lungo 2 metri e con un diametro di 12 centimetri e pesante 30 chilogrammi, al quale era stato applicato un sensore di temperatura. I ricercatori hanno potuto verificare che il robot, navigando nella trafficata zona portuale del fiordo, sapeva lavorare in autonomia, rispondere ai comandi inviati dalla stazione centrale e, nel caso simulato di perdita della rete, sapeva reinserirsi nella rete autonomamente. (Ansa)

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