Sicuramente il miglior indicatore di riuscita per un libro destinato all’infanzia è l’apprezzamento, l’entusiasmo e la richiesta di lettura e ri-lettura espressi dai diretti fruitori, cioè dai bambini.
Ferma restando la qualità – ma i piccoli, fidatevi, sono fini intenditori – sono il sorriso e il coinvolgimento dei bimbi i più efficaci testimonial e le più valide recensioni di un albo illustrato.
Se così è, allora la seconda avventura di Rocco il Gatto – “Rocco il Gatto e i suoi quattro super bottoni” – di James Dean e Eric Litwin, edito da Il Castoro è di certo un lavoro ben fatto visto che ha riscosso un gran successo tra i bambini cui mi è capitato di leggerlo.
Indicatissimo per i piccini, dai due-tre anni di età, l’albo è divertente, coinvolgente e, da vari punti di vista, istruttivo.
Più volte ho detto di non apprezzare i libri con una morale troppo esplicita perché possono risultare pesanti e freddi, distanti e saccenti.
In “Rocco il Gatto” si opera uno scavalcamento quasi paradossale della prospettiva didascalica tanto che, nel momento in cui l’insegnamento della storia viene dichiarato esplicitamente sul finale, l’effetto è di simpatia piena.
Questo a dimostrare che moralismi e pedanterie non stanno tanto in ciò che si dice ma in come lo si dice, nella distanza che l’autore pone tra sé e il piccolo lettore, nello sguardo dall’alto verso il basso. Se si ha capacità di empatia e comunicazione con il mondo dell’infanzia ci si può anche permettere di insegnare un po’, perché il messaggio, passato con il gioco e con il linguaggio giusto, sarà pienamente accolto e condiviso.
L’albo è strutturato secondo un modello di ripetizione con privazione, ad ogni passaggio successivo, di un elemento.
Il gatto Rocco possiede una bella camiciola con quattro bottoni rotondi e scintillanti. Ne è molto fiero, tanto che intona una vivace canzone per celebrare i suoi cari bottoncini.
La canzone – e qui sta la prima e interessante particolarità del libro – è in lingua inglese. Parole semplicissime che raccontano che il nostro amico micio possiede four groovy buttons e ne è palesemente felice.
Rocco è ovviamente dispiaciuto ma si guarda bene dal piangere! E’ ancora felice e può re-intonare il suo ritornello per gioire dei tre bottoni rimasti.
Ad ogni passaggio, una tavola evidenzia la sottrazione che viene effettuata per passare dal numero di bottoni precedente e quello successivo.
E così via, fino ad esaurimento dei tondi oggettini… Una frase sconsolata – “un bottone avevo e nessun bottone avrò” – fa temere il peggio.Cosa farà ora il gattone senza nulla per agganciare i lembi della sua camicia? Piangerà? Si dispererà?
Ma nulla affatto! L’abito così aperto sventola su un bottoncino che nessuno strappo potrà mai sottrarli: il suo ombelico. Che in inglese si traduce appunto belly button.
Non resta che canticchiare di nuovo, stessa melodia, per dirsi contenti di possedere il proprio bello, carnoso e tondeggiante ombelico.
L’albo è ben costruito, ritmato, intelligente e, nella sua semplicità, presenta una molteplicità di aspetti da evidenziare.
Innanzitutto il bilinguismo. Utilizzare sia la lingua inglese che quella italiana permette al bambino di comprendere naturalmente alcuni termini stranieri e farli propri, senza bisogno di traduzione.
I numeri fino a quattro, i termini bottone e ombelico, alcuni verbi basilari…vengono appresi cantando o cantilenando col supporto di una storia divertente.
Il concetto poi di sottrazione è evidenziato dal libro che mostra sempre al piccolo lettore come il numero di bottoni successivo derivi dal precedente privato di uno.
Questo è tema logico che è interessante passare ai bimbi piccini e sicuramente li aiuta a visualizzare l’astrazione dell’operazione matematica, seppure ovviamente di carattere molto semplice.
L’architettura della storia, ancora, favorisce l’attenzione. La ripetizione di schemi prefissati, che cambiano poco da un passaggio all’altro, spinge il bambini a partecipare.
Egli è in grado infatti di anticipare ciò che accadrà una volta appreso il meccanismo, ricevendo soddisfazione e rassicurazione.
E’ importante comunque che ci sia sempre, pur nella ripetizione, un elemento di novità perché esso permette al bimbo di non annoiarsi e di mantenersi vigile perché…qualcosa accadrà!
L’albo si offre inoltre ad un uso ludico: può essere cantato, recitato, giocato…
E’ un libro attivo che invita alla partecipazione, perfino all’invenzione. Ad esempio, nonostante sulla copertina sia scritto che la canzone di Rocco può essere scaricata gratis sul sito della casa editrice, io e mio figlio abbiamo preferito creare il nostro motivetto, quello che per noi più si addiceva alla canzone dei bottoni.
Questo di inventare musiche e ritmi è un modo creativo di approcciarsi alla lettura, personalizzandola e facendola davvero propria, un atto di vicinanza e complicità tra bambino ed adulto di riferimento.
La morale, infine, candidamente dichiarata così:
D’altra parte essere è sempre meglio di avere, perfino quando si tratta di bottoni tondi e colorati.
E se nella vita si somiglia un poco a Rocco il Gatto – attivo, vivace, allegro, giocherellone, sempre pronto a correre sullo skateboard o a solcare le onde sul surf – qualcosa si può rompere, perdere o sporcare…Ma non certo la propria meravigliosa vitalità!
[Rocco è già stato protagonista di un'altra avventura: Rocco il gatto]
(età consigliata: da due anni e mezzo)
Se il libro ti piace, compralo qui: Rocco il gatto e i suoi quattro super bottoni