Magazine Cultura
Ottimi musicisti dicevo, ed ho visto per la prima volta Simon Townshend senza “l’ingombrante” vicinanza/peso del fratello. Molto simile negli atteggiamenti, anche se più “goffo”, si è dedicato come sempre a ritmica e accompagnamento, ma con maggior coraggio di quando è relegato in una postazione defilata. Una bella voce, e per lui la soddisfazione di aver presentato un brano di sua composizione, con la gratificazione di sentirsi appellare da Roger- mi pare due volte- come “brother”. “Tommi” dicevo, e poi un piacevole sconfinamento nel repertorio storico. Vado a memoria e, oltre alla già citata “Baba o’ Riley”, ricordo “I can see for miles”, “Going Mobile”, “The Kids Are Alright”, “My Generation”, “Who Are You?” e “Behind Blue E yes”. Il resto è ancora intrappolato nella mia videocamera. A proposito di “Behind Blue Eyes”, dopo poche note Roger si ferma… un problema audio lo costringe ad arrestarsi e ricominciare, e la mente scorre veloce al giugno 2007, Arena di Verona, quando proprio su quel brano Roger si arrese dopo aver perso la voce, e Pete prese in mano la completa direzione di un evento che per me resta tra i migliori visti in assoluto. Daltrey canta e incanta, facendo ciò che tutti si aspettano da lui, il lancio del microfono-boomerang. E poi chitarra acustica, armonica e ukulele, fiancheggiato dai due chitarristi in perenne cambio di strumento. Sullo sfondo, un megaschermo carico di immagini significative-didascalie dei vari brani- non è riuscito a rubare la scena ai musicisti, che hanno catalizzato in modo totale l’attenzione del pubblico( sembrerebbe scontato ma non è così!). Ci si aspettava Won't Get Fooled Againnel bis e non è arrivato, ma forse è meglio così… difficile immaginare un brano simbolo senza gli attori originali al completo (almeno quelli rimasti).
“Roger Daltrey performs The Who's Tommy and more”, uno di quei concerti da “Io C’ero”, e un bagno tonificante all’interno di quel mare pulito che è la Musica, quell’arte capace di aggregare, emozionare e scatenare forze interiori che si tende spesso a tenere nascoste, ma che quando trovano il giusto canale per venire a galla provocano sconvolgimenti positivi che possono cambiare, o almeno migliorare, le vite di persone sensibili. Un nota curiosa, forse di merito. Tutto si è svolto nella massima semplicità, e dopo un doveroso annuncio sul divieto di effettuare riprese video o scatti fotografici, nessuno ha poi impedito che i presenti andassero a casa con un "ricordino". Anche nel momento in cui un centinaio di persone hanno pensato di abbandonare il proprio posto per accalcarsi davanti a Roger (esisteva comunque una separazione tra palco e platea), nessuno della sicurezza è intervenuto. In questi casi conta molto il volere iniziale dell’artista, ma resta una dimostrazione di intelligenza e l’abbandono di una rigidità-conosciuta- che sarebbe stata inutile al cospetto di persone animate dalla sola voglia di vedere più da vicino un mito vivente. E ora aspettiamo trepidanti … “Quadrophenia”… lunga vita alla musica di Pete e Roger!
Questo il presente…
... e questo il passato
Note dal comunicato stampa… L'esperienza live di "Tommy" prenderà vita ogni sera sul palco nella vibrante complessità sonora creata da Roger Daltrey, accompagnato in questo progetto da una band composta da musicisti di assoluto rilievo: Frank Simes (chitarra), Scott Deavours (batteria), Jon Button (basso), Loren Gold (tastiere) e ancora alla chitarra SIMON TOWNSHEND, fratello del leggendario chitarrista di The Who, Pete Townshend, il quale ha così commentato la notizia del tour: "E' fantastico vedere Roger che porta in concerto Tommy con la sua band. Il mio cuore e il mio spirito sono con loro e Roger ha il mio appoggio totale. Roger ha messo in scena dal vivo una versione eccezionale di Tommy, utilizzando la sua fedele rappresentazione del lavoro originale come ossatura di uno spettacolo che comprende anche altro materiale. E' meraviglioso sentire come Roger e la sua nuova band hanno saputo reinterpretare le vecchie canzoni degli Who".
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