Quella del campo nomadi bruciato a Torino è una storia bruttissima. Lo è perché una ragazza di 16 anni si è inventata di essere stata stuprata da due nomadi. E si è inventata tutto perché la sua famiglia le ha fatto tante pressioni, e tanto dure, sul fatto che doveva restare pura e casta. I sensi di colpa erano talmente forti che quando è stata con un ragazzo si è sentita talmente in colpa da doversi giustificare, mentendo. Lei è in fondo una vittima. Così come sono vittime i 50 rom che sono dovuti scappare dalle loro baracche perché 200 indemoniati razzisti volevano bruciarli vivi per fare giustizia.
Ma è una storia bruttissima anche perché sono state scritte tante cose senza che fossero realmente verificate. Hanno detto che a organizzare la spedizione erano stati quelli della curva juventina, si è fatto proprio il nome di un gruppo, “I bravi ragazzi”. Oggi uno dei leader della curva, e proprio di quel gruppo, dice che loro non c’entrano proprio: “Figurati se avrei partecipato a una roba razzista. Non si incendiano le baracche con i bambini. Nessuno di noi farebbe una cosa del genere “. Probabilmente qualcuno della curva c’era, ma non sono stati loro a organizzare la spedizione punitiva per uno stupro che non c’era mai stato. Qualcuno dice che sia stata la criminalità organizzata a mettere insieme il gruppo, e probabilmente è vero. È accaduto altre volte. I gruppi criminali hanno tutto l’interesse a mantenere l’ordine nei quartieri dove comandano e a far valere l’unica legge che riconoscono, quella della violenza.