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Roland Barthes (12 novembre 1915 – 26 mars 1980)

Creato il 12 novembre 2012 da Marvigar4

Roland Barthes

http://www.larousse.fr/encyclopedie/personnage/Barthes/107706

Je-t-aime est sans emplois. Ce mot, pas plus que celui d’un enfant, n’est pris sous aucune contrainte sociale ; ce peut être un mot sublime, solennel, léger, ce peut être un mot érotique, pornographique. C’est un mot socialement baladeur.

Roland Barthes, Fragments d’un discours amoureux, Seuil, p. 176.

Je-t-aime est sans nuances. Il supprime les explications, les aménagements, les degrés, les scrupules. D’une certaine manière — paradoxe exorbitant du langage —, dire je-t-aime, c’est faire comme s’il n’y avait aucun théâtre de la parole, et ce mot est toujours vrai (il n’a d’autre référent qua sa profération : c’est un performatif).

Roland Barthes, Fragments d’un discours amoureux, Seuil, p. 176.

Je-t-aime n’est pas une phrase : il ne transmet pas un sens, mais s’accroche à une situation limite : « celle où le sujet est suspendu dans un rapport spéculaire à l’autre ». C’est une holophrase.

(Quoique dit des milliards de fois, je-t-aime est hors-dictionnaire ; c’est une figure dont la définition ne peut excéder l’intitulé.)

Roland Barthes, Fragments d’un discours amoureux, Seuil, pp. 176-177. 

L’ “io-ti-amo” è senza impieghi. Al pari di quella d’un bambino, questa parola non è soggetta ad alcun obbligo sociale; essa può essere una parola sublime, solenne, superficiale, come può anche essere una parola erotica, pornografica. È una parola socialmente sradicata.

L’ “io-ti-amo” è senza sfumature. Esso sopprime le spiegazioni, gli accomodamenti, le graduazioni, gli scrupoli. Paradosso esorbitante del linguaggio, dire “io-ti-amo” è in un certo qual modo fare come se non esistesse un teatro della parola, e questa parola è sempre vera (essa non ha altro referente all’infuori del suo proferimento: è il risultato d’una “performance”).

L’ “io-ti-amo” non è una frase: esso non trasmette un significato, bensì�s’aggrappa a una situazione limite: “quella in cui il soggetto è sospeso in un rapporto speculare all’altro”. È un’olofrase.

(Sebbene sia detto miliardi di volte, “io-ti-amo” non trova posto nel dizionario; è una figura la cui definizione non può eccedere il lemma).

Traduzione italiana di Renzo Guidieri in Frammenti di un discorso amoroso, Einaudi, 1979.



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