In attesa di Kevin Costner, il cinema italiano è stato l’assoluto protagonista dell’ottava giornata del Festival di Roma 2014. In un programma giornaliero avaro di film, a farsi notare è stato La foresta di ghiaccio di Claudio Noce. La stampa non ha gradito molto – gli applausi sono stati pochi a fine proiezione – ma l’opera seconda del regista romano, uno dei più interessanti autori della nuova generazione, che ha scelto questa volta la via del genere dopo il convincente dramma sociale di Good Morning Aman, è un’altra dimostrazione che il cinema italiano è in grado anche di rischiare e provare nuove strade.
Per un giovane al secondo film che sta dimostrando forza e vitalità, eccone altri che invece non hanno nulla da dimostrare. Al festival, si sono infatti svolti due incontri che hanno richiamato le attenzioni del pubblico: uno, svoltosi nello spazio del Gioco del Lotto, con la “vecchia coppia” Carlo Verdone-Claudia Gerini, l’altro tenutosi al Maxxi con tre autori italiani di tre diverse generazioni, Ettore Scola, Marco Bellocchio e Paolo Virzì.
Una folla in delirio ha accolto Verdone e la Gerini. La coppia artistica nata con Viaggi di nozze – “il film della svolta per me”, ha detto la Gerini – ha prima firmato autografi e concesso foto ai loro fan e poi ha dato vita ad uno degli appuntamenti più divertenti e piacevoli di questa edizione. Tra aneddoti, ricordi, spassose imitazioni e riflessioni, si è parlato prima di tutto della loro città, Roma. “Roma va accarezzata ed aiutata, è il biglietto da visita dell’Italia”, ha dichiarato Verdone. “Mi dispiace vedere quotidianamente una città difficile e sciatta, dove si crea sempre un concorso di colpa tra governanti e cittadini”. L’attrice gli ha fatto eco: “Io amo la Roma di film come Poveri ma belli, quando si poteva fare il bagno Tevere. Oggi mi sembra che Roma sia come una bella donna con le unghie sporche, che non si cura”. Poi i due protagonisti dell’incontro si sono scambiati attestati di stima e complimenti: “Claudia è una persona ed un’attrice umile, coraggiosa, molto simpatica”, ha detto Verdone, “se ho fatto certi film, lo devo anche a lei”. La Gerini ha subito risposto: “Lui è più di un regista per me, è un punto di riferimento a cui chiedo sempre consigli, tra di noi c’è un rapporto profondo”.
Da un incontro con due colleghi-amici, ad un altro con tre artisti accomunati da una curiosa caratteristica: preparano i loro film ricorrendo al disegno. Bellocchio in passato è stato pittore e ciò ha influenzato molto il suo cinema, Virzì da sempre crea schizzi e caricature, Scola si è formato nella rivista satirica Marc’Aurelio, sulla quale firmava ironici fumetti sulla società del tempo. Tre maestri del cinema italiano che si sono ritrovati tutti insieme per un entusiasmante incontro con il pubblico, dopo la proiezione del documentario Prima del film, diretto da Mario Sesti e Marco Chiarini. Un film originale che ci racconta il cinema italiano seguendo il suo “percorso grafico”. Una vera chicca, una riflessione originale sulla Settima Arte.
di Antonio Valerio Spera per Oggialcinema.net
Foto di Federica De Masi per Oggialcinema.net