In secundis, con questo post vorrei inaugurare una nuova "serie" di post volti ad evidenziare le lacune - organizzative, logistiche, burocratiche - della Città Eterna, vale a dire i problemi che una capitale europea con quasi tre milioni di abitanti (ok, anche di più se vogliamo contare i sobborghi), e che può affermare di esistere da quasi tremila anni di storia in questo mondo, non dovrebbe avere.
Quanti di noi si sono trovati a criticare un aspetto dell'Urbe? A quanti è capitato di affermare che tutto funziona male, che chi ne ha la possibilità dovrebbe fuggire da Roma, verso la "civiltà"? Quante persone in autobus, in metro, per strada, in auto, nei negozi, nei locali, ci dicono che "è tutto un magna magna"? Sicuramente tante, troppe persone, tanto che Roma ormai, oltre a essere la città eterna, è la città eterna-mente malfunzionante, un cliché, frasi dette all'aria e occasioni perse per starsene zitti, quasi simbolo di un qualunquismo come un altro. Non fraintendetemi, io amo Roma, la città dove sono nato e dove da sempre ho vissuto. Semplicemente, dopo quasi un anno e mezzo trascorso all'estero, non so se ridere o piangere se penso che problemi apparentemente colossali possano essere risolti in maniera semplice. E che il fare le cose "all'italiana", ovvero sia progettarle, realizzarle e poi lasciarle abbandonate al loro destino è divenuto purtroppo proverbiale (sic!).
Camminiamo lungo strade antiche che costeggiano edifici stupendi, abbiamo ricchezze che farebbero crepare d'invidia qualsiasi altra città (anche se, purtroppo, per ora le uniche cosa che si ...crepano sono i nostri monumenti), tenuti in uno stato il più delle volte pietoso e indegno. In un certo senso, viviamo della nostra eredità, non importandocene di ciò che ne sarà in futuro. In un altro, potremmo dire che agiamo in maniera diametralmente opposta rispetto a quanto facevano gli antichi Romani nostri antenati, per i quali spesso qualsiasi cosa venisse costruita conteneva in sé già un seme d'eternità, nel senso che dovesse essere idealmente destinata a durare a lungo. Se potessero guardare i loro discendenti a distanza di tempo, credo che si rivolterebbero a buon diritto nei loro mausolei.

E' vero, come ha detto un mio amico, che tra l'"umanità" e l'"efficienza" dovrebbe sempre vincere la prima sulla seconda. Ma è anche vero che chi ha vissuto per un po' di tempo in un paese "efficiente", ed ha capito quanto basti poco per trovare una soluzione a problemi apparentemente insolvibili, tornato in Italia è inevitabilmente spinto verso una tendenza all'harakiri nel vedere come sono organizzate le cose, ragion per cui ritorna nel paese "efficiente" seppur meno umano. Si crea così un circolo vizioso, secondo il quale la gente non viene in Italia perché tutto funziona male, e tutto funziona male perché la gente che vorrebbe cambiare l'Italia se ne va all'estero. E per chi rimane a Roma, l'SPQR di antica memoria diviene inevitabilmente un "Sai Però Quanto Rosico", nel pensare che, con poco, tutto potrebbe andar meglio!
Se tutti però sono bravi a criticare, la mia non vuole essere una critica puramente "distruttiva". Spero che qualcuno, leggendo questo blog, che altro non è che una tra molte altre voci che si lamentano di come vengano gestiti i servizi della capitale, prenda spunto da esse per migliorare un po' le cose, anche se riconosco che la colpa di un sistema non può essere imputata ad una sola persona (sebbene abbia contribuito a peggiorarlo notevolmente), bensì al sistema stesso.
Pulchra vobis come di consueto, e buon Natale ancora! ;)
#SPQR