Duro colpo al clan dei Casamonica. Dopo due anni di indagine è stata documentata l’attività del clan che opera nella Capitale: tanti i noti imprenditori romani sottomessi nel vortice del giro di prestiti usurari, con interessi elevatissimi, fino al 76mila per cento. Sono finiti, così, in arresto sei uomini appartenenti al clan.
Il video dell’operazione contro il clan dei Casamonica (canale Youtube Salvatore Veltri)
Lo spessore criminale del clan dei Casamonica nella Capitale. La polizia ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip presso il Tribunale di Roma su richiesta della locale procura della Repubblica, nei confronti di otto appartenenti al clan, attivo nella Capitale con ramificazioni criminali nei territori di Nettuno, Genzano, Lanuvio e Cerveteri. Le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Roma e dal commissariato di polizia Vescovio sono durate complessivamente due anni e hanno permesso di documentare lo spessore criminale dell’organizzazione che ha in pochissimo tempo sottomesso noti imprenditori commerciali della Capitale in un vorticoso giro di prestiti usurari, con interessi elevatissimi.
Il modus operandi dei Casamonica per compiere estorisioni nei confronti dei “clienti”. I prestiti venivano concessi attraverso la vendita simulata a compiacenti acquirenti, segnalati dal clan, di macchine, gioielli, orologi di pregio a fronte del rilascio di effetti cambiari da parte della vittima e, successivamente, riacquistati dal clan con il pretesto di “scalare” il debito pregresso. In manette, con l’accusa di estorsione aggravata ed usura nei confronti di imprenditori romani, sono finiti boss e affiliati al clan Casamonica, attivo nella Capitale, in zona Romanina, con ramificazioni nella provincia di Roma e nei centri di Nettuno, Genzano, Lanuvio e Cerveteri. L’indagine della Squadra Mobile è partita nel giugno 2013, in seguito alla denuncia di un noto imprenditore, titolare di diverse attività di rivendita di articoli per illuminazione civile ed industriale e di alcuni mobilifici, che ha riferito di essere perseguitato da minacce telefoniche di morte da parte di una persona presentatasi come appartenente alla famiglia dei Casamonica al quale era stato costretto a versare una somma di denaro per la “protezione”.
Anche le donne del clan avevano un ruolo nell’attività criminale. Le indagini della polizia hanno permesso di appurare che Enrico Casamonica, insieme ad altri componenti della famiglia omonima tra cui il fratello Antonio, il padre Consilio, il cugino Diego e il cognato Giuseppe Grancagnolo, pretendevano denaro e beni “a saldo” di prestiti avvenuti in passato in favore dell’imprenditore che, in pochissimo tempo, era stato coinvolto in un vorticoso giro di prestiti usurari con interessi iperbolici. La vittima era finita così in una spirale di prestiti usurai che – laddove non “onorati” – determinavano la comminazione di “multe”, (ovvero interessi usurai ulteriori a quelli del debito iniziale) applicate alla “rata in scadenza”. Le donne del clan Casamonica, Cristina, Virgilia e Francesca, non erano da meno: per “rientrare’”del prestito di denaro fatto all’imprenditore pretendevano di avere lampadari e oggetti di arredamento che l’imprenditore era costretto a sottrarre dalla propria attività commerciale.
La consulenza tecnica disposta dalla Procura della Repubblica sul copioso materiale sequestrato e corroborata dalle dichiarazioni rese dalle vittime ha permesso di acclarare che le somme sottratte dalla contabilità aziendale – per far fronte alle continue richieste di denaro da parte dei Casamonica – tra il 2007 e il 2010 erano state di 1.785.300 euro, con tassi usurari che arrivavano anche al 76mila per cento. Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari in carcere sono state eseguite numerose perquisizioni locali nella Capitale e nella provincia di Roma, nei centri di Nettuno, Genzano, Lanuvio e Cerveteri durante le quali sono state sequestrate autovetture di pregio, orologi e preziosi. (ADNKRONOS)