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Roma qualche ora di neve, Alemanno tutto l’anno

Creato il 05 febbraio 2012 da Albertocapece
Roma qualche ora di neve, Alemanno tutto l’anno

Alemanno si accerta se nevica ancora

Rosella Roselli per il Simplicissimus

Oggi “la giornata è fredda e luminosa come una diva del muto”. E’ il terzo giorno della neve a Roma. Dopo l’incredibile venerdì trascorso nella tormenta fra mille traversie, la città comincia a riprendere fiato, ma non colore. Ancora bianco e vetro, marcati dalle strisce nere dell’asfalto scoperto dalle poche macchine circolanti. I romani sono stati ligi alla consegna del sindaco e sono rimasti a casa. Naturalmente dopo aver spalato un po’ di neve prima del gelo notturno, ed aver liberato almeno i percorsi pedonali dagli ostacoli e aver sparso il sale perché non ghiacciassero.
Si sta molto parlando dell’abulìa romana, dell’incapacità di partecipare collettivamente alle attività di ripristino della normalità dopo la nevicata di venerdì notte. Forse è vero, i romani sono pigri e fatalisti, hanno una percezione particolare dell’efficienza. Ma, soprattutto in questi ultimi anni, hanno perso la nozione di “normalità”. Che nevichi o ci sia il sole.

Già, perchè da molto tempo siamo abituati ai mille disservizi di amministrazioni che si succedono, a Roma sempre più incapaci, e che si ripercuotono su tutte le attività cittadine. Dagli uffici pubblici, alla viabilità, ai servizi sociali, alla sanità, alla scuola, alla casa sembra che nulla funzioni o funzioni come dovrebbe. Si tende a spostare le responsabilità sui frontman degli sportelli pubblici, gli ultimi anelli della catena amministrativa, sui centralinisti, sugli uscieri. Che invece, molto più spesso di quanto si descriva, si adoperano anche più del dovuto a rispondere alle molte istanze dei concittadini. Anche se sempre più spesso il loro senso del dovere e di responsabilità -e anche di solidarietà- si abbatte contro l’insipienza di dirigenti incompetenti, arruffoni, incapaci. Ci si è dovuti arrendere, almeno per ora, a nomine fatte nel segno del clientelismo, del familismo, dell’interesse particolare. A cominciare dal sindaco Alemanno, fortemente voluto e sostenuto da lobby alla matriciana come quella dei tassisti e da un’amministrazione regionale altrettanto inefficiente, incapace anche di garantire l’ordinaria amministrazione della capitale. Un sindaco imbelle e protervo che si prende gioco di cittadini stremati da difficoltà di ogni tipo, non ne tutela la sicurezza, non fornisce alcuna risposta ai loro bisogni e alle loro richieste. I risultati, dopo i troppi fallimenti di Alemanno, sono ormai sotto gli occhi di tutti.

Si chiedeva oggi Dario Cresto-Dina su Repubblica a cosa possa servire avere un sindaco -un sindaco così- se poi la cittadinanza viene abbandonata a se stessa. Una domanda forse inutile, sicuramente inutile, che come le tante altre domande che sono state fatte sulle opache attività della Giunta capitolina non riceverà risposta. E forse non c’è altra risposta che potrebbe essere efficace e risolutiva come le immediate dimissioni di questo sindaco, ormai distante dalla nostra città, staccato dalla nostra realtà, incurante delle nostre necessità.


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