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Roma: un patto contro la criminalità.

Creato il 04 settembre 2011 da Yourpluscommunication

Roma: un patto contro la criminalità. Dopo il vertice in Campidoglio di venerdì tra il sindaco di Roma Alemanno e il Ministro dell’Interno Maroni è nato il Terzo Patto per Roma.

Ci son voluti dei mesi di omicidi e violenza nella capitale per dare vita a questo documento d’intesa. Ora, il primo passo è fatto.

Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta:

Lotta alle bande che controllano il territorio, aumento degli organici delle forze dell’ordine, restituzione al sindaco di poteri in materia di ordinanza, contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata nell’economia.

Quattro punti per combattere l’emergenza violenza nella capitale. Quattro punti che prevedono una sola parola, la quale dovrebbe essere la chiave di volta: prevenzione.

1) Come successe negli anni ‘70 con la nascita della Digos, per combattere il terrorismo e ogni forma di eversione, oggi l’intento è quello di creare una agenzia che contrasti sul nascere la formazione di bande criminali giovanili. Il timore è che con il passare del tempo e l’acuirsi della violenza queste bande si organizzino per crescere ed entrare nei grossi giri malavitosi, dividendosi il territorio e creando quindi bacini di manovalanza per le grosse mafie. Il continuo uso delle armi è un chiaro allarme che porta a pensare a un rimescolamento di poteri, che sta lasciando un vuoto nel controllo della criminalità stessa nei confronti degli emergenti.

2) L’aumento delle forze dell’ordine nel territorio è un punto complicato da risolvere nell’immediato. Di sicuro arriveranno 360 unità di cui 300 dall’Arma dei Carabinieri e 60 dalla Polizia, ma non basta. Il sindaco ha sottolineato come a Roma manchino almeno 2/3000 persone operative per garantire alla città una soglia accettabile di controllo e che si dovranno rivedere i parametri per i cortei. Il Ministro Maroni in questo senso ha assicurato che cercherà di risolvere quanto prima questo gap, soprattutto in virtù delle manifestazioni di Settembre che, solo il 6, vedranno sfilare ben 3 cortei per la capitale. Maroni ha aggiunto che cercherà nuove forze dal riordino delle scorte che impegnano almeno 1000 uomini e 300 macchine per la protezione di 2000 persone L’Autunno caldo è iniziato.

3) Più poteri al Sindaco e alla Polizia Municipale è stata una delle parole d’ordine a questo summit. A breve verrà presentato un decreto legge per ridare i poteri di ordinanza legati alla sicurezza al primo cittadino.Dopo che la Corte Costituzionale aveva bocciato la precedente proposta all’interno del pacchetto sicurezza, ora si tornerà a riproporre il rafforzamento della polizia municipale e dei suoi poteri che saranno sempre più vicini a quelli di polizia giudiziaria. Sarà introdotto anche il reato di prostituzione in strada e la possibilità di espellere il cittadino extracomunitario che delinque nel territorio. Due vecchi cavalli di battaglia di Alemanno.

4) Quarto punto ma non certo meno importante è il monitoraggio preventivo sulle attività commerciali , cercando di prevenire l’infiltrazione di grosse criminalità all’interno del tessuto economico della capitale. A coordinare questo punto d’osservazione sarà l’Agenzia dei beni confiscati alla mafia diretta dal Prefetto Caruso , realtà imprenditoriali e l’Osservatorio della Camera di Commercio.

Questi i buoni intenti che dovranno essere confermati in Ottobre e messi in pratica quanto prima.

L’aspetto positivo è che si parli di prevenzione, vulnus attuale nel controllo della criminalità a Roma.

Fermare il cancro prima che si formi o si espanda pericolosamente. Non sottovalutare niente.

Questo è l’unico modo per far tornare Roma una città senza paure. Le radici del male si insinuano velocemente in tempi di vacche magre e lo Stato in primis deve prendersi carico di questo problema.

Non so se saranno queste le giuste medicine a questo male che si insinua nelle borgate e nelle vie della Roma bene, certo è, che da qualche parte bisogna partire.

E’ tempo che non si vedano più magistrati o superpoliziotti che spiegano dinamiche di omicidi o piste improbabili davanti a telecamere e taccuini di giornalisti, è tempo che si prevengano questi atti criminali prima che succedano.

Di attori, in questo nostro Paese, ne abbiamo già abbastanza e il tempo delle parole, è finito.

Alessandro Ambrosini

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