Nelle prime ore di oggi, lungo il litorale laziale ed a Roma, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Frascati, con il supporto delle unità cinofile di Santa Maria Galeria, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 6 soggetti, di differente nazionalità, dediti al narcotraffico internazionale ed allo spaccio di stupefacenti, nell’ambito di un procedimento penale che vede iscritti 10 indagati e già 4 persone ristrette in carcere.
In particolare le indagini hanno portato a dimostrare che gli indagati avevano costituito una vera e propria associazione per delinquere finalizzata all’importazione, produzione e smercio di sostanza stupefacente del tipo cocaina.
Al vertice della stessa si colloca un italiano, presso la cui abitazione era impiantata la “raffineria” per l’estrazione dello stupefacente dai vestiti che erano stati imbevuti precedentemente della cocaina allo stato liquido per eludere i controlli.
Una volta all’interno del “laboratorio” il chimico, un peruviano, si occupava di estrarre lo stupefacente per la successiva distribuzione ai sodali incaricati dello smercio.
Le indagini hanno avuto inizio nel mese di novembre, quando, nel corso dell’operazione denominata “Caucaso” è stata rinvenuta la raffineria e sono stati arrestati quattro persone, due georgiani, un peruviano ed una donna.
I georgiani erano a capo di un’organizzazione dedita ai furti in appartamento ma erano entrati a far parte del sodalizio dedito al narcotraffico per finanziare la loro attività. Il peruviano era il chimico e la donna, ex convivente del capo del gruppo criminale, dava una veste di normalità all’abitazione fungendo anche da custode.
Oggi l’abitazione si trova ancora sotto sequestro. All’interno della casa furono recuperati quasi un chilo di cocaina sebbene la donna ne abbia versata molta negli scarichi fognari.
L’attività investigativa che ne è scaturita ha portato ad individuare i restanti sodali, tutti italiani, delineato le maglie del vertice dell’organizzazione costituito in tutto da 10 persone, che distribuivano poi la sostanza sia sul litorale romano che nella periferia di Roma.
Le indagini sono state coordinate e dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma.
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